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Accoglienza e integrazione: una situazione in divenire

Proseguiamo il nostro viaggio per conoscere le comunità valdesi e metodiste italiane. Oggi facciamo tappa nelle chiese valdesi del ponente ligure (Imperia, Sanremo, Bordighera e Vallecrosia) e di Brescia, per scoprirne progetti e attività.

In Liguria, dove dallo scorso anno presta servizio il pastore Jonathan Terino, protagonista concreto del dibattito è il tema dell’accoglienza, questione di cui si è parlato molto anche nel Sinodo di quest’anno: «Fin da subito abbiamo avuto a cuore la presenza di tantissimi giovani, ragazzi e uomini, provenienti da Sudan, Libia, Costa d’Avorio, Ghana, Darfhur, Etiopia, Somalia. È stato aperto un campo di accoglienza nella zona vecchia ferroviaria di Ventimiglia. Tra laici, valdesi, cattolici abbiamo creato in modo spontaneo un comitato: l’abbiamo chiamato «Articolo 2», proprio per rievocare i diritti inalienabili di ciascuna persona, sia di fronte alla legge che alla natura della vita. Ci siamo fatti accreditare dalla Croce Rossa per avere accesso al campo, così possiamo assistere i migranti e offrire loro un supporto umano e solidale. Abbiamo avviato dei laboratori e dei corsi di lingua. Il nostro compito non è quello di contrastare la Prefettura, ma non nascondiamo la nostra criticità nei conftoni di alcune modalità che non condividiamo».

C’è stata una riflessione tra i vostri membri di chiesa?

«Si, e abbiamo trovato un appoggio e un senso di comunione e solidarietà da parte di tutti: i membri di chiesa si sono mobilitati da Imperia fino a Bordighera per raccogliere viveri, vestiti e altri generi utili nel campo, e per organizzare la nostra presenza. Ora avremo una maggiore sinergia anche con la Diaconia Valdese e con le due operatrici presenti a Ventimiglia, e di questo ci rallegriamo. Vogliamo incoraggiare tutti noi ad avere una visione più grande e lungimirante di questi fenomeni migratori, perchè si tratta di una situazione in divenire, non solo di un’emergenza».

Il pastore Jonathan Terino ha poi voluto ricordare un altro grande evento che ha coinvolto la chiesa di Sanremo: «Per la prima volta abbiamo aperto le porte del nostro tempio a maggio, offrendo un culto in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia. Hanno partecipato le nostre comunità e anche molti membri dell’Arcigay del ponente ligure».

Anche la comunità valdese di Brescia può testimoniare un’esperienza radicata di accoglienza e integrazione.

«La nostra è una chiesa storica – spiega la deputata Guliana Morari – Abbiamo festeggiato i 150 anni di esistenza e i 100 anni di costruzione del nostro tempio in via dei Mille. Sicuramente abbiamo vissuto un cambiamento enorme dalla fine del secolo scorso: moltissimi nuovi membri di chiesa, arrivati con le migrazioni, si sono aggiunti al nucleo storico, portando una nuova linfa vitale. Non c’è stato un impatto negativo, anzi, direi che l’integrazione è avvenuta in modo piuttosto semplice e naturale. Abbiamo deciso, grazie anche alla disponibilità dei nostri pastori, di mantenere un culto unico in due lingue».

La chiesa valdese di Brescia è anche molto attiva sul fronte dell’attenzione al tema del fine vita e del testamento biologico. Dal novembre 2013 offre un servizio di sportello informativo e raccolta disposizioni anticipate di trattamento – testamento biologico nei locali della chiesa.

Un progetto che si è inserito perfettamente anche nel tessuto sociale, politico e culturale della città, come ci spiega la pastora Anne Zell: «L’apertura dello sportello è arrivata dopo un percorso di riflessione fatto nelle nostre assemblee di chiesa. Non voleva, e non doveva, essere una decisione di un gruppo isolato, ma un’offerta condisiva e aperta sul territorio della nostra città. Anche se le richieste ora sono minori rispetto all’inizio, ci teniamo a mantenere con regolarità i due appuntamenti al mese, anche con la presenza di un notaio e di un avvocato».

La chiesa valdese di Brescia, proprio per la sua esperienza di integrazione con le persone immigrate, è stata interpellata da parte della Prefettura per far parte di un tavolo delle religioni, volto a far partire un progetto focalizzato sui giovani e sulle scuole, dedicato ai temi di intercultura e dialogo, per aiutare la convivenza integrata.