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La conoscenza delle cose di Dio

Così parla il Signore: come ho fatto venire su questo popolo un gran male, così farò venire su di lui tutto il bene che gli prometto
Geremia 32, 42

La nostra speranza nei vostri riguardi è salda, sapendo che, come siete partecipi delle sofferenze, siete anche partecipi della consolazione
II Corinzi 1, 7

 

«La nostra speranza nei vostri riguardi è salda» – scrive l’apostolo Paolo ai Corinzi – ma, per quanto netto, suona contraddittorio. Se si tratta di una speranza, come può essere salda? E se è una cosa effettivamente salda, come può essere una semplice speranza? È una contraddizione di termini! Il nostro modo di pensare «moderno» ci porta a mettere in primo piano l’oggettività e la dimostrabilità di un’affermazione. Tuttavia, vi è un tipo di conoscenza soggettiva, mediata dall’esperienza personale, che non può essere provata, ma solo creduta.

Paolo, come tanti credenti prima e dopo di lui, sperimentò qualcosa – liberazione, salvezza – che, a vista umana, era impossibile attendersi. Quando già si vedeva perduto, si ritrovò in salvo da potenze benigne miracolosamente soccorso. Fu un’esperienza che rafforzò la sua fede e la sua comprensione delle cose di Dio, qualcosa che lo aveva edificato e con la quale, a sua volta, poteva edificare. Tanto la sua sofferenza quanto la sua liberazione potevano essere di consolazione per i Corinzi. I quali, essendo membra del corpo di Cristo, non potevano che dolersi delle tribolazioni di Paolo ma, allo stesso modo, non potevano che essere consolati dalla sua salvezza. Questo messaggio, i Corinzi, forse non erano ancora in grado di capirlo ma, vivendo, ne avrebbero scoperto la profonda verità.

Paolo, invece, lo aveva vissuto nella propria carne e sapeva ciò di cui scriveva. Aveva condiviso qualcosa delle tribolazioni di Cristo e qualcosa della sua consolazione. Un giorno anche i Corinzi sarebbero arrivati a quella conoscenza delle cose di Dio. La speranza dell’apostolo, la sua fiducia nei confronti dei Corinzi, non si basava sulle loro qualità, né sulla sua capacità di evangelizzare, ma sulla fedeltà di Dio: «Il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione» (II Cor. 1, 3). Con un simile fondamento, non poteva avere speranza più salda! È un paradosso, lo so, ma è il paradosso della fede.

Immagine: via istockphoto.com