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Giorgio Spini e Giorgio Peyrot: credenti evangelici nella società

A partire dalle 11 di venerdì 19 agosto, nell’Aula sinodale della Casa valdese a Torre Pellice, si tiene la Giornata di studio intitolata al teologo Giovanni Miegge (1900-1961) organizzata dalla Fondazione Centro culturale valdese e dalla Segreteria del Corpo pastorale delle Chiese metodiste e valdesi, sul tema «Fede e storia, fede e diritto, impegno nella società. Sono ancora attuali per la Chiesa valdese le prospettive di due credenti impegnati come Giorgio Spini e Giorgio Peyrot?».

La Giornata intende confrontarsi con le figure dello storico Giorgio Spini (di cui ricorrono quest’anno i dieci anni dalla morte e i 100 dalla nascita) e del giurista Giorgio Peyrot (1910-2005) e con il loro impegno come credenti nella società. Aprirà i lavori un’introduzione di Davide Rosso, direttore della Fondazione Centro culturale valdese (Ccv); a seguire gli interventi di Simone Maghenzani, storico a Cambridge («“Fare il proprio mestiere il meno peggio che sia possibile”: Giorgio Spini, la storia e la vocazione dei protestanti») e di Alessandra Trotta, avvocato, presidente del Comitato permanente dell’Opera per le chiese metodiste in Italia («Giorgio Peyrot: servo inutile, soli Deo gloria – Coscienza ecclesiologica, solidarietà responsabile, formazione per una testimonianza coerente nella società e di fronte al potere»).

«La riflessione – spiega Davide Rosso –, che partirà con i due interventi sull’impegno di uno storico e su quello di un giurista, proseguirà nel pomeriggio con il confronto sull’importanza dell’eredità di tutta la loro generazione per noi. Sul tappeto quindi c’è oggi certo l’opera di due credenti impegnati ma anche, e soprattutto, c’è l’interrogativo su chi siamo noi oggi come chiesa e dove andiamo Quanto è ancora attuale, quanto della generazione di Spini e Peyrot è parte ormai della nostra storia? Dopo la morte di Spini – prosegue il direttore del Ccv – il prof. Daniele Garrone scrisse su Protestantesimo, la rivista della Facoltà valdese di Teologia, che lo storico metodista “univa un’indefessa militanza evangelica, una limpida coscienza teologica e un’indomita passione civile”, e che “nelle nostre chiese non è più viva come un tempo la consapevolezza del segno della nostra storia di evangelici italiani, dal Risorgimento all’Italia repubblicana”». Per la generazione di Spini e Peyrot il carattere unitario di una vita condotta nella militanza evangelica e nell’impegno civile era naturale e istintivo: oggi forse dobbiamo «lavorare un po’» per farlo nostro, e partire da questa Giornata può essere molto utile.

Immagine: un primo piano di Giorgio Spini, a cura di Pietro Romeo