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Legalizzazione della cannabis: rinvio a settembre

«La posizione proibizionista sulla cannabis del ministro Lorenzin è nota e apprezzo che sia esplicitata in una discussione che dev’essere pubblica e aperta», ha dichiarato all’agenzia Ansa il sottosegretario agli esteri, Benedetto Della Vedova, promotore del testo che l’Inter-gruppo Cannabis legale, ha proposto in discussione alla Camera ieri, 25 luglio. La discussione tuttavia, a seguito della presentazione di circa 2000 emendamenti e delle poche certezze sulla consistenza di una maggioranza disposta ad approvare il testo, è stata sospesa e tornerà in commissione a settembre.

Un testo non facile e che certamente «comporterà ulteriori approfondimenti e dibattiti serrati – ricordava Della Vedova nella sua pagina Facebook –; che non intendiamo né impedire, né liquidare in modo sbrigativo. Al contrario crediamo che un dibattito aperto aiuterà a rafforzare il favore verso la nostra iniziativa, sia nel Parlamento, sia nell’opinione pubblica».

Il mercato delle sostanze stupefacenti oggi è nelle mani della criminalità organizzata: «Un mercato senza orari, senza barriere, senza controlli, senza limiti di alcun tipo, incentivato dagli enormi guadagni garantiti dal monopolio illegale. Per quanto riguarda il consumo dei “giovanissimi” – prosegue Della Vedova – crediamo che, come accade in altre realtà, la legalizzazione e la ferrea regolamentazione, con la vendita in locali dedicati e il divieto di ingresso ai minorenni, rendano il contrasto al consumo giovanile più credibile di quello attuato oggi in regime proibizionista che ha, notoriamente, risultati pressoché nulli».

La proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis è stata firmata da molti parlamentari del Pd e della sinistra, ma anche del Movimento Cinque stelle e da qualche esponente di Forza Italia, Gal e Scelta Civica, Socialisti e vari altri del Gruppo misto. In tutto si tratta di 221 parlamentari.

«Su questa proposta di legge conservo qualche riserva – ha dichiarato a Riforma.it Marco Rolando, responsabile del servizio di Neuro-psichiatria infantile dell’Asl 3 di Torino e membro della chiesa valdese – proprio perché nella psichiatria dell’età evolutiva osserviamo che l’utilizzo della cannabis – malgrado questa non provochi direttamente disturbi psichici – sovente possa provocare, seppur in modo latente e subdolo, l’emergere di problematiche psichiche, anche gravi, già pre-esistenti. La letteratura scientifica contemporanea evidenzia questa problematica. L’utilizzo precoce, poi – prosegue Rolando – è e rimane un problema, anche se normato. Spesso i giovani tendono ad assumere più sostanze contemporaneamente abbinando ai cannabinoidi anche alcool o pastiglie di ecstasy, con effetti spesso devastanti sulla persona. In questi anni è emerso, effettivamente, un aumento di casi clinici preoccupanti legati proprio al consumo di cannabis tra i giovani. Tuttavia è difficile poter declinare il problema in chiave semplicistica esprimendosi con un sì, oppure con un no, alla proposta di legalizzazione quando la Camera la discuterà. È evidente che come psicoterapeuti ci muoviamo su criteri clinici e non legislativi. Compito del legislatore è invece quello di normare. Ovviamente anche un proibizionismo inefficace non può essere la soluzione giusta al problema. Ritengo inappropriata anche la distinzione spesso enunciata dell’utilizzo terapeutico. La cannabis ha effettivamente funzioni terapeutiche per le terapie del dolore in malati terminali, persone con tumori, ma nell’età evolutiva non può avere questo tipo di proprietà, semmai può essere euforizzante, disinibitoria; effetti che non sono certamente da demonizzare. Ci terrei a evidenziare che, in molti casi, l’utilizzo da parte dei giovani di sostanze tende a “slatentizzare” fenomeni psichiatrici importanti. Quando si legifera è dunque utile analizzare nella complessità il fenomeno, senza semplificare e senza farlo diventare una bandiera ideologica».

Nel testo la cui discussione sarebbe stata prevista alla Camera vi è la possibilità di detenere lecitamente la marijuana per uso ricreativo in quantità fino a 5 grammi, che salgono fino a 15 nel privato domicilio. Rimane illecito e punibile il piccolo spaccio. Se poi vi è una prescrizione per uso medico i limiti possono essere superati. Il testo prevede la possibilità di coltivare in proprio fino a 5 piante oppure di riunirsi con altri consumatori (fino a 50) in «cannabis social club». Prevista anche la vendita al dettaglio in negozi autorizzati e vigilati dai Monopoli. Vietato invece fumare nei luoghi pubblici, anche nei parchi e nei giardini o all’interno delle automobili. Il 5% dei proventi della legalizzazione saranno destinati a finanziare progetti del Fondo nazionale per la lotta alla droga.