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Un albero ecumenico nel «Luthergarten» di Wittenberg

Alla fine di giugno la diocesi di Brescia ha organizzato un viaggio sulle orme di Lutero, con il vescovo Luciano Monari, il responsabile per l’ecumenismo e altri preti. Vi ho preso parte, in quanto pastora della chiesa valdese di Brescia come testimone e consulente protestante, insieme a più di settanta partecipanti, prevalentemente cattolici.

Il viaggio ha toccato i luoghi più noti e importanti della Riforma in Germania, Costanza, Augsburg, Eisleben, Wartburg, Eisenach, Magdeburg, Lipsia e Wittenberg. Fin qui niente di speciale. Ciò che ha reso questo viaggio unico, invece, è stata la scelta di offrire fra i viaggi ufficiali della diocesi, nell’anno del giubileo, un viaggio nella Germania di Lutero. Il vescovo ha dovuto difendere questa scelta nella stampa diocesana e l’ha così motivata: «Può sembrare strana la decisione di fare un pellegrinaggio ai luoghi che ricordano Lutero e la Riforma protestante: Lutero non è un santo e la Riforma non è una pagina gloriosa della Chiesa. Sarebbe più appropriato, dice qualcuno, parlare di turismo culturale o di purificazione della memoria. Forse; ma sono convinto che, considerate bene le cose, si tratti di un vero pellegrinaggio che si propone un’autentica esperienza di conversione […]. Dobbiamo capire come e perché questo [la Riforma e lo scisma seguente, ndr] sia avvenuto, dobbiamo chiedere perdono delle nostre colpe […] e rimane ancora da capire che cosa il Signore voglia oggi da noi, quale significato la Riforma, nelle sue diverse manifestazioni, mantenga per noi […]».

Questo intento di capire e la disponibilità all’ascolto e al dialogo hanno caratterizzato tutto il viaggio percorso insieme, trovando spazio in serate di catechesi comune sui punti fondamentali della teologia di Lutero e sui nodi che rimangono nel dialogo ecumenico, emergendo nelle tante occasioni di incontro e di colloquio personale.

Così, quando verso la fine del nostro viaggio abbiamo piantato insieme, in una cerimonia ecumenica con il pastore luterano Joachim Zirkler, un albero nel «Luthergarten» (il progetto di piantare 500 alberi per i 500 anni della Riforma si può consultare sul sito www.luthergarten.de), è stato vissuto dai partecipanti come un vero segno di speranza e come impegno di essere insieme testimoni del dialogo in una realtà multiculturale come quella della città di Brescia, e in un mondo lacerato da conflitti.

L’albero piantato è un tiglio, che ricorda l’antica tradizione nei villaggi e nelle cittadine tedesche di ritrovarsi la sera, sulla piazza del paese, proprio sotto il tiglio, per conversare e per stare insieme.

L’albero gemello da piantare a Brescia sarà un ulivo, simbolo di pace, e dell’unico ulivo di Dio che siamo chiamati a essere noi, come rami diversi, insieme.

Per esprimere questa speranza è stato scelto come versetto biblico «In mezzo alla piazza della città e sulle due rive del fiume stava l’albero della vita. Esso dà dodici raccolti all’anno, porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell’albero sono per la guarigione delle nazioni» (Apocalisse 22,2).

Immagine: via http://www.luthergarten.de/