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Un 14 luglio dedicato ai rifugiati

La Federazione protestante di Francia (Fpf) non recede dal tentativo di coinvolgere il proprio Paese in progetti di accoglienza di profughi, soprattutto siriani, dal momento che fino ad oggi l’impegno profuso dai vertici politici in questo campo non pare sufficiente né degno di una grande nazione, fra le protagoniste dell’avventura dell’Europa unita.

Da Ventimiglia a Calais fino alle tendopoli nelle stazioni parigine le istituzioni transalpine faticano a organizzare misure efficaci per rispondere all’emergenza, nonostante la Francia sia comunque uno Stato in grado di ospitare al momento alcune decine di migliaia (circa 30 mila) richiedenti asilo all’anno, e conti a inizio 2016 sul proprio territorio circa 250 mila rifugiati, più del doppio dell’Italia per esempio, che di contro si trova impegnata però sul più drammatico fronte della prima accoglienza, che così poco pare interessare al resto del vecchio continente.

Come anticipato in una lunga intervista rilasciata all’agenzia Nev dal presidente della Fpf François Clavairoly, la galassia protestante francese ha rotto gli indugi ed ha avviato una serie di azioni e progetti volti ad aumentare il coinvolgimento e la sensibilizzazione sul tema dei cittadini e delle isitituzioni, a partire dai membri di chiesa. Dagli organi di chiesa ai giornali, dalle associazioni diaconali a quelle scoutistiche sono molti i soggetti coinvolti.

Un sito internet che convoglia tutte le iniziative protestanti in materia è stato creato in questi mesi mentre in questi giorni è partita la massiccia campagna informativa denominata “L’accueil d’abord!”, l’accoglienza prima di tutto, che verrà ufficialmente lanciata il prossimo 14 luglio, giorno della festa nazionale francese.

Nel documento di presentazione delle iniziative si legge che «la Francia può fare di più e meglio nella sfida delle migrazioni attuali. Non siamo davanti ad una crisi provvisoria, ed è vano credere che a breve i conflitti o le carestie cessino, e quindi si possa riportare tutto ad una situazione precedente le attuali condizioni. Le politiche di accoglienza devono essere perpetuate in un’ottica di lunga durata, uscendo dalla logica emergenziale. Chiudere le frontiere nono è mai stata una soluzione valida».

Da qui la necessità secondo i promotori di «avviare azioni di ampio respiro, capaci di mutare in parte la percezione che l’opinione pubblica ha di questo tema, e di valorizzare dati come quelli ricavati dalle inchieste della Fondazione Bertelsmann secondo le quali il 9% della popolazione francese, vale a dire 6 milioni di persone, si è detta disposta ad aprire le porte delle proprie abitazioni ai migranti».

Le varie comunità, le associazioni, i privati cittadini sono invitati a esporre sulle facciate dei templi o presso abitazioni i materiali informativi relativi a questa campagna: alcuni loghi e poster sono scaricabili gratuitamente tramite questo link e sempre alla stessa pagina è possibile invece ordinare striscioni, spille, bandiere.

Non manca un hashtag creato ad hoc per l’iniziativa, #AccueillonslesExiles, una pagina facebook e una pagina twitter in cui inserire immagini, commenti, seguire le iniziative in corso.

Insomma un impegno forte, a 360 gradi, salutato con favore anche dalle colonne del “L’Osservatore romano” di mercoledì 6 luglio, a meno di 4 mesi dal viaggio che papa Bergoglio effettuerà a Lund in Svezia per partecipare all’avvio delle celebrazioni dell’anno della Riforma.