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Un impegno verso il bene comune

All’indomani dell’esito del referendum sull’Unione europea nel Regno Unito, il Joint Public Issues Team (Jpit) – gruppo di lavoro congiunto dell’Unione battista della Gran Bretagna, della Chiesa metodista, della Chiesa riformata unita e della Chiesa di Scozia, per vivere il vangelo di Cristo nella chiesa e nella società, che aveva preso parte al dibattito sul referendum – ha pubblicato la dichiarazione «Un impegno verso il bene comune».

La dichiarazione, che si apre con una citazione biblica tratta dal profeta Michea 6, 8 «O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; che altro richiede da te il Signore, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio?», afferma che nonostante il Regno Unito sia fuori dall’Unione Europea, deve prevalere l’impegno della nazione verso il bene comune che va perseguito prima di tutto in patria e poi all’esterno, collaborando con i partner europei e mondiali.

La decisione presa dal Regno Unito di lasciare l’Unione europea ha evidenziato differenti posizioni all’interno del popolo britannico, che non devono diventare strumenti di divisione, ma vanno superate attraverso la volontà comune e il rispetto.

«Qualunque sia il punto di vista sul risultato del referendum – si legge – questo è il momento di riconoscere che il benessere del Regno Unito e la sua gente non dipendono esclusivamente dal suo posto nell’Unione europea. Equità e giustizia per tutti non sono mai state le conseguenze automatiche dell’essere dentro o fuori una particolare istituzione. Esse diventeranno realtà solo se, come paese e come cittadini, le perseguiremo sia in patria che fuori».

Nel documento si afferma che nonostante il Regno Unito sia fuori dall’Europa, gli obiettivi da raggiungere per costruire il tipo di società prefissata rimangono gli stessi. Si è molto dibattuto sull’opportunità di rimanere o meno nell’Unione in relazione a questioni come: il cambiamento climatico, la pace e la sicurezza, l’agricoltura sostenibile, il benessere, il commercio e la circolazione delle persone. «Il Regno Unito ha fatto la sua scelta. Ma l’obiettivo di perseguire una società giusta non è cambiato. Dopo mesi di dibattito dobbiamo impegnarci nuovamente a lavorare insieme per il bene comune».

Netta è la consapevolezza che molte questioni cruciali – soprattutto l’impegno per la giustizia e la pace – non possono essere affrontate in modo efficace se si è isolati dai partner europei e mondiali.

«Noi crediamo che ogni essere umano sia fatto a immagine di Dio. Ogni narrazione che mina questo, o promuove la divisione e la discriminazione, contrasta con i valori del Regno di Dio. La nostra preghiera è che prendiamo le distanze dal linguaggio della paura e dell’egoismo e ci impegniamo nuovamente a favore della nostra comune umanità».

In questo momento di incertezza, legata al processo di cambiamento, le chiese riunite nel Joint Public Issues Team affermano di poter «trarre forza dal riconoscere che gli scopi di Dio prevalgono su qualsiasi alleanza politica o sindacale. Dal momento che la Parola di Dio afferma che ogni nazione sarà benedetta, all’interno del mondo più ampio abbiamo la responsabilità nei confronti di coloro che sono i più poveri e bisognosi».

Richiamando le parole del profeta Michea, la dichiarazione si conclude rivolgendo l’appello ai leader politici a praticare la giustizia, amare la misericordia e camminare umilmente nelle vie del Regno di Dio.

Immagine: via istockphoto.com