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L’acqua in un futuro sostenibile

Diverse migliaia di cristiani nel 2015 hanno realizzato alcuni pellegrinaggi verso Parigi per chiedere ai Governi riuniti nella «COP21» di darsi degli obiettivi ambiziosi, misurabili e vincolanti per contrastare il cambiamento climatico ormai iniziato. Un «esodo» dalla società basata sull’uso delle energie fossili (che non hanno smesso di ricevere consistenti contributi pubblici in molti Paesi), quale condizione primaria per evitare l’innalzamento delle temperature globali del pianeta superiore al grado e mezzo, considerata soglia irreversibile rispetto agli equilibri vitali sul pianeta. I pellegrini in parte provenivano da chiese per le quali la salvaguardia del creato ha assunto rilevanza teologica e trovato rispondenza etica.

La Rete cristiana europea per l’ambiente (Ecen – www.ecen.org) dal 1998 offre a queste realtà la possibilità di incontrarsi e di confrontarsi ogni volta su un diverso aspetto che, negli ultimi anni, tiene necessariamente sullo sfondo il cambiamento climatico. L’11a Assemblea, che si è svolta a Helsinki al centro culturale ortodosso «Sofia» tra l’11 e il 15 giugno, è tornata dunque dopo 12 anni sul tema dell’acqua perché l’alterazione del suo ciclo è una delle conseguenze più evidenti dell’anomala concentrazione di gas climalteranti in atmosfera, di cui l’umanità è responsabile in maniera significativa.

I partecipanti e le partecipanti (80, tra cui una consistente presenza del Paese e delegati del Consiglio ecumenico, del Consiglio ecumenico giovanile in Europa – Eyce – e della Federazione mondiale studenti cristiani – Wscf) provenienti da 23 Paesi europei hanno potuto ascoltare le tre introduzioni teologiche del vescovo anglicano Graham Usher, e di due docenti universitari in Finlandia, Pauliina Kainulainen e Panu Pihkala. Il primo contributo considerava l’elemento acqua come segno, simbolo e sacramento. Nel secondo la teologia ecologica veniva collocata in continuità con una sensibilità radicata nella cultura ugrofinnica verso la ciclicità del tempo, la gratitudine, il rispetto e la temperanza.

Il terzo contributo lavorava sulle suggestioni della rilettura di A Hard Rain’s A-Gonna Fall, una delle più celebri canzoni contro la guerra di Bob Dylan, scritta al tempo della crisi dei missili a Cuba nell’ottobre del 1962, (secondo molti si riferisce al fall-out atomico, la caduta come pioggia delle scorie radioattive): una delle canzoni di Dylan maggiormente influenzate dalle visioni apocalittiche di molte parti del Vecchio Testamento. Nell’Antropocene, è stato detto, occorre recuperare una vicinanza emotiva con il creato e integrarla con la ricerca teologica di Paul Tillich.

Nel merito dell’impatto del cambiamento climatico sull’acqua sono state presentate le prospettive del Centro e Rete per la tecnologia per il clima (www.ctc-n.org), uno strumento del Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite (Unep) per accelerare il trasferimento di tecnologie sostenibili, a disposizione dei Paesi che lo richiedono, e dell’Istituto internazionale per l’acqua di Stoccolma (www.siwi.org) fondato nel 1991.

Per la rete Ecen le assemblee sono anche i momenti in cui i gruppi di lavoro (teologia, eco management, transizione degli stili di vita, cambiamento climatico, biodiversità, educazione) si riuniscono e ridefiniscono le proprie attività e strategie. Un tempo è stato anche dedicato alla presentazione di buone pratiche nei vari Paesi.

Pur immersi nel verde ai bordi della capitale e circondati dal mare, non potevamo non tener conto che in Finlandia, dove vivono circa cinque milioni e mezzo di persone, viene prodotta energia nucleare a uso civile con quattro reattori attivi nelle centrali di Lovisa e Olkiluoto mentre altre 4 sono state deliberate. Nella ripartizione del consumo di energia elettrica per fonti, nel 2015, il 39% proviene dall’utilizzo di fonti tradizionali (25% petrolio, 8% carbone e 6% gas naturale), il 19% dal nucleare, il resto dalle energie rinnovabili (legno 25%, idroelettrica 5%; eolica 1%; torba 4%). L’importazione netta di energia elettrica è di circa il 5%. 

Le impressioni di una prima volta (è il caso di Pierpaolo) sono collegate alla dimensione europea della Rete, circondati da persone di altre nazionalità e confessioni religiose eppure accomunati dalla fede e dall’amore verso il prossimo e verso il creato. Giorni caratterizzati da un arricchimento costante, derivante dal confronto e dall’interazione quotidiana con tutti i partecipanti. Il sorriso e la gioia di condividere esperienze, pensieri, di essere lì insieme, sono stati il filo conduttore di ogni momento della giornata.

Il rispetto dell’ambiente, il risparmio di risorse, l’uso corretto e parsimonioso del bene «acqua» e la conseguente crescente attenzione verso i cambiamenti climatici, hanno fatto da sfondo a tutte le sessioni di lavoro, plenaria e lavori di gruppo, di questa assemblea. L’Ecen può aiutare le Chiese a mettere costantemente in agenda le tematiche ambientali ricordando che, come si è detto nel corso della Assemblea, «il modo in cui trattiamo l’ambiente è lo stesso in cui trattiamo il prossimo», «c’è bisogno di cambiamento», «grande è sfida per le Chiese», «io non so cosa si deve fare, ma ho la speranza».

In chiusura della assemblea i delegati e le delegate hanno approvato una dichiarazione che enfatizza l’imperativo teologico di lavorare per la giustizia particolarmente rispetto al tema dell’acqua.