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Salvai e i cinquestelle si prendono Pinerolo

A Roma vi era quasi una certezza, a Torino una possibilità, a Pinerolo era davvero difficile, per i più impossibile. Impossibile perché storicamente il Pd e il centrosinistra non avevano mai perso, e perché la differenza al primo turno era più ampia che in tutti le altre città dove i cinquestelle sono andati al ballottaggio.

Le urne una volta scrutinate hanno riscritto la previsione. Ha vinto il Movimento 5stelle a sorpresa a Torino ma ancor di più a Pinerolo, dove il solco sembrava incolmabile dopo il primo turno di elezioni di due domenica fa.

Dopo il primo turno i voti della coalizione di Luca Barbero del Pd erano 6472, il 40,25% coalizione appoggiata dalla lista dei Moderati e da Città Viva, mentre Salvai si era fermato a 4054, il 25,21%

Decisamente più indietro gli altri: Mauro Martina, per Forza Italia, è il primo escluso con il 10% dei voti.

Al ballottaggio dunque Barbero e Salvai si contesi i quasi 5000 voti andati agli altri candidati al primo turno. L’affluenza alle urne è stata ancora più bassa rispetto al primo turno: in Piemonte hanno espresso il loro voto il 53,35% degli aventi diritto (58,11% al primo turno) e a Pinerolo ha votato appena il 46,53% (contro il 53,99 di due settimane fa).

Il dato che deve far riflettere Barbero e il Pd pinerolese, soprattutto per analizzare il lavoro fatto in campagna elettorale in queste due settimane prima del ballottaggio, è che il candidato del Pd ha perso 511 voti rispetto al primo turno. Si è fermato a 5961 voti (42,66%) mentre Salvai ha quasi raddoppiato le preferenze arrivando a 8013 voti contro i 4054 del primo turno e raccogliendo il 57,34% dei voti.

Salvai ha vinto in tutte le 34 sezioni della città tranne due, la 11 e la 31, andate a Barbero per una decina di voti.

In sostanza, tutti i voti del primo turno andati agli altri candidati sono stati dirottati verso Salvai e i consiglieri del Movimento 5 stelle. Quasi nessuno tra gli elettori della sinistra di Pazè e Manduca e tra gli elettori di Forza Italia, Lega Nord e Udc sono andati al Pd. Praticamente tutti gli esclusi hanno dato e stanno dando fiducia a Luca Salvai, al suo gruppo di consiglieri e alla sua giunta, già annunciata in parte parecchi mesi fa. «Abbiamo lavorato tanto in questi mesi, abbiamo sentito decine di persone. Noi abbiamo già i nomi di cinque assessori: l’architetto Eros Primo sarà l’assessore a Urbanistica, Patrimonio comunale, Centro Storico e Trasporti; Francesca Costarelli al Turismo e alle Manifestazioni, il professor Martino Laurenti alla Cultura, la dottoressa Lara Pezzano alla Sanità e Politiche Sociali, l’insegnante Antonella Clapier all’Istruzione. Mancano ancora Bilancio, Lavori Pubblici e Sviluppo economico del territorio che sceglieremo nei prossimi giorni».

Le prime dichiarazioni del neosindaco Luca Salvai (la cui intervista completa andrà in onda su Radio Beckwith questa sera in Steadycam tra le 17 e le 18) sono state: «E’ un risultato storico perché Pinerolo ha deciso di cambiare dopo vent’anni di amministrazione di centrosinistra. Abbiamo fatto una piccola impresa ma il grande impegno viene adesso. La città e il territorio non si cambiano vincendo la campagna elettorale, ma con il duro lavoro e con il coinvolgimento della gente e delle altre amministrazioni. Con la vittoria di Chiara Appendino a Torino adesso non abbiamo più scuse per cambiare e migliorare il territorio, saremo fedeli al nostro programma pubblicato tempo fa».

Entro venti giorni va convocato il consiglio comunale e quindi andrà eletto il presidente del Consiglio comunale. «La prima mossa politica che vorremmo fare è quella di creare delle consulte e dei gruppi di lavoro che siano di supporto, stimolo e critica all’amministrazione. E bisogna farlo subito perché adesso c’è l’entusiasmo. Vorremmo quindi che gruppi di volontari cittadini pinerolesi avessero voglia di impegnarsi e consigliarci».

Il grande sconfitto Luca Barbero del Pd ha riconosciuto la débâcle e ha augurato buon lavoro al nuovo sindaco dicendo che continuerà a lavorare per il bene della città. Per l’analisi della sconfitta, forse, c’è bisogno di ancora un po’ di tempo.

Immagine: Diego Meggiolaro