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Raccolta firme contro la vendita di edifici parrocchiali in Svizzera

Patrimoine Suisse è un’associazione svizzera che si occupa di tutelare e promuovere il patrimonio storico, artistico e architettonico elvetico. La sezione del cantone del Vaud, che ha in Losanna il centro principale, ha lanciato una raccolta firme contro il progetto di vendere 20 edifici che non rispondono più alle esigenze di missione della Chiesa evangelica riformata (Eerv). Annunciata nei mesi scorsi da parte del Consiglio di Stato, proprietario degli immobili, la decisione ha immediatamente causato la reazione di privati e associazioni varie. Fra queste per l’appunto Patrimonie Suisse che ha scelto di ricorrere ad una raccolta firme nel tentativo di far recedere le autorità civili e quelle ecclesiastiche da una scelta che appare irrevocabile. Il testo della petizione sottolinea che se la vendita di taluni edifici vuoti e senza valore patrimoniale è possibile, è però più importante che l’insieme maggiore degli edifici rimanga fra le disponibilità dello Stato affinché se ne possa tutelare appieno il valore storico e simbolico perché, si legge ancora, è illusorio pretendere di assicurare la loro conservazione disperdendone il controllo in mani private.

In circa tre settimane sono già state raccolte oltre 200 firme.

Le abitazioni sono un’eredità di un periodo storico importante nella storia svizzera: la maggior parte sono state costruite in un lasso di tempo che parte dal 1536 per giungere fino al 1845, e hanno quindi un elevato valore architettonico. A partire dal 1970 è toccato allo Stato centrale farsi carico della loro gestione, in accordo con l’Eerv.

Le dismissioni seguono un’ ampia riorganizzazione pianificata dalla Chiesa evangelica riformata: di 156 parrocchie del 2000, si è passati alle 84 del 2011. Una cura dimagrante massiccia, dovuta alla necessità di contenere i costi di esercizio.

Ecco la lista dei paesi coinvolti dalle vendite di edifici: Aigle, Arzier, Ballens, Champvent, Chesalles-Moudon, Combremont, Constantine, Cotterd-Bellerive, Denezy, Dommartin, Donneloye, Faoug, Grancy, La Chaux–Sainte-Croix, L’Abbaye, Mont-la- Ville, Peney-le-Jorat, Rances, Saint-Livres et Suchy.

Le autorità federali sperano di incassare una cifra che oscilla fra i 12 e i 18 milioni di franchi, garantendo al momento entrate di circa 560 mila franchi, garantite dagli affitti, ma molti lavori di ristrutturazione straordinaria sarebbero da avviare, con ulteriori aggravi di spesa; mentre per le casse della chiesa si tratterebbe di un forte risparmio in termini di costi di gestione, con una riorganizzazione volta invece a razionalizzare le spese.

Con il rischio però di perdere per sempre il controllo su luoghi dal profondo valore religioso e storico.

Immagine: foto della casa parrocchiale del comune di Constantine, tratta da “Etat de Vaud”