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La via dell’azione

Riponi la tua sorte nel Signore; confida in lui, ed egli agirà.
Salmo 37, 5

Mediante Gesù Cristo abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio
Romani 5, 2

Dietro al Salmo 37 c’è l’amara constatazione che «il malvagio» prospera e il prepotente riesce a imporre la sua volontà.

Il Salmo è un esempio della teologia corrente in Israele prima dell’esilio: non crucciarti, ma fa il bene e temi il Signore, perché la vita stessa ti dimostrerà che alla fine «gli empi» saranno annientati da Dio. Tre volte (versetti 11, 22, 29) si parla di coloro che erediteranno la terra: gli umili, i benedetti da Dio, i giusti. Perché Dio premia chi lo onora e punisce chi non rispetta la sua volontà.

Appaiata a questa visione della vita c’è la certezza che la ricchezza e la salute siano un segno inequivocabile della benevolenza di Dio.

In seguito si affaccia l’idea della risurrezione e di una vita dopo la morte e si comincia a pensare che le sofferenze e le ingiustizie subite nella vita terrena verranno risarcite quando si giungerà «nel seno di Abramo».

Sappiamo quanto il potere (quello religioso in particolare) abbia approfittato della credulità della gente: non ti preoccupare delle tribolazioni di questa terrà, nell’aldilà sarai premiato. «Ai cristiani e ai passeri il cielo, a noi la terra», dicevano i nazisti.

C’è chi ha interpretato le beatitudini di Gesù in senso rinunciatario, come una esortazione a essere umili, mansueti, senza ambizioni, per riceverne (quando?) una ricompensa. Ma in realtà – e la parabola dei talenti ne è un esempio – Gesù ci chiede di prendere posizione nella vita, e ci spinge ad agire.

Tra la teologia della prosperità di certi ambienti fondamentalisti che vedono nella ricchezza il segno della benedizione di Dio e quella della sofferenza da offrire a Dio di alcuni spazi residuali cattolici, scegliamo la via dell’azione in favore dell’umanità e dell’impegno in difesa dell’intera creazione. Sappiamo che la vita di ognuno di noi e la storia del cosmo sono nelle mani di Dio. Confidiamo in lui, ma non sottraiamoci alle nostre responsabilità. Come diceva Cromwell ai suoi soldati: «fede nel Signore e polveri asciutte».

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