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Ospedale valdese. Anche un presidio oncologico?

A Torino, mercoledì 1 giugno, si è tenuto un nuovo incontro per parlare dell’Ospedale valdese, iniziativa promossa dal Comitato «Mettiamoci le tette». Avevamo dato, pochi giorni fa, la notizia della riapertura del nosocomio con l’intervista al moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini: «Trovare delle soluzioni è stato estremamente difficile – ricordava Bernardini – […]. Questa soluzione (la riapertura sotto forma di Casa della salute, ndr) appare soddisfacente, ma bisognerà vederne esattamente i contenuti: noi abbiamo chiesto che la struttura potesse riprendere una delle sue eccellenze, ovvero la senologia diagnostica e il percorso per la salute della donna. Probabilmente non sarà possibile, ma nel campo della salute femminile c’è molto da fare».

Qualcosa si è mosso. La presidente del Comitato «Mettiamoci le tette», Carla Diamanti, ha voluto fornire ulteriori sviluppi: «Appena letta la notizia che sarebbe stato riaperto l’Ospedale valdese di Torino mi sono domandata se non si stesse trattando di una trovata pre-elettorale – ha dichiarato a Riforma.it Carla Diamanti –, dunque decisi, insieme a Lucia Centillo, di andare a fondo incontrando l’assessore Saitta che ha confermato l’esistenza di un progetto reale per la riapertura dell’Ospedale valdese. Purtroppo non nella forma precedente ma come Casa della salute: ossia una soluzione intermedia tra l’ospedale e il medico di famiglia. A quel punto come movimento Mettiamoci le tette, che in passato ha fatto battaglie, manifestazioni, incontri, dibattiti e iniziative, per la riapertura dell’Ospedale, abbiamo ribadito l’importanza di poter ottenere uno spazio dedicato alla senologia all’interno dell’Ospedale. La nostra richiesta sembra aver trovato riscontro. Non sarà possibile ripristinare tutto com’era, ci è stato detto in questi giorni, e dunque effettuare interventi e terapie, ma ci sarà uno spazio dedicato alle donne, un punto di riferimento per la prevenzione e l’assistenza oncologica, riprendendo così, in qualche modo, il filo della tradizione senologica del valdese. Nel mese di luglio – ha concluso Diamanti – sapremo con certezza se, le promesse fatte, saranno confermate».

«Le informazioni ricevute – ha detto per parte sua Lucia Centillo, del Comitato Mettiamoci le tette –, sia dall’Asl che dall’assessore alla salute della Regione Piemonte e dal responsabile delle rete oncologica Bertetto, ci fanno davvero ben sperare. La novità di questi giorni è proprio la connotazione oncologica, non prevista nel progetto di riapertura. La rete oncologica Piemontese – prosegue Centillo – è altamente riconosciuta e affermata; poter utilizzare il valdese nel campo della prevenzione e della continuità assistenziale è molto importante per recuperare il percorso senologico che in rete sarà in grado di ampliare lo sguardo sui tumori femminili. Il papilloma virus ad esempio, causa del tumore all’utero, è legato indissolubilmente alle diagnosi precoci, oggi possiamo dire di aver riconquistato una professionalità importante del valdese per tutta la popolazione torinese e quella di origine straniera che risiede sul territorio. Ciò che in premessa dobbiamo ottenere, al di là delle dichiarazioni di intenti – conclude Centillo – è che, come prevede la legge, sia presto convocato il Tavolo operativo, formato da Regione, comune di Torino, circoscrizione del presidio, Tavola valdese e operatori. La politica deve onorare la forma e la sostanza. Credo che presto il tavolo si riunirà, A luglio si dice. Possiamo dire che la riapertura del valdese è a portata di mano e che va nella direzione che auspicavamo. Il tutto dovrà essere formalizzato. L’Ospedale valdese è stato chiuso per troppo tempo e in malo modo, la ferita è ancora aperta e la città di Torino, dopo una mozione del Consiglio comunale non definitivamente discussa, deve assolutamente ribadirne l’importanza: deve farlo e in tempi brevi». 

Foto P Romeo