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Chiesa d’Inghilterra e di Scozia verso una nuova stagione ecumenica

Justin Welby, arcivescovo di Canterbury, la massima autorità spirituale della Chiesa d’Inghilterra, sta per prendere prendere parte a un dibattito all’Assemblea generale della Chiesa di Scozia, in corso in questi giorni, dal 21 al 27 maggio ad Edimburgo. Sarà la prima volta nella storia.

Proprio oggi, mercoledì 25, terrà di fronte ai delegati quello che si preannuncia essere uno storico discorso, in cui si porranno le fondamenta per l’avvio di una stretta collaborazione ecumenica fra le due chiese. A febbraio era stato il pastore Angus Morrison ad essere a sua volta il primo moderatore della Chiesa di Scozia a presenziare ai lavori del sinodo della Chiesa d’Inghilterra, partecipando proprio al dibattito che ha introdotto il documento volto a normare le modalità di collaborazione fra le due realtà. Oggi quindi il secondo passo, e poi la partnership troverà finalmente attuazione.

In base ai termini della proposta, strettamente modellata su accordi ecumenici esistenti fra altre chiese, i membri di entrambe le denominazioni sarebbero i benvenuti nell’altrui chiesa e ai pastori verrebbe concessa la possibilità di esercitare il ministero nell’altra denominazione, questo solo all’interno dei confini inglesi ed europei continentali.

Il moderatore Morrison ha manifestato alla stampa tutta la propria felicità «per questo storico passo. E’ stato un onore per me poter presentare la bozza d’intesa ai fratelli della Chiesa d’Inghilterra a febbraio, approvata con larga maggioranza dai suoi membri. Ora sono fiducioso che la mia chiesa saprà a sua volta cogliere questa storica occasione». Radici comuni, sfide comuni. Una bella eredità da raccogliere per il pastore Russell Barr, successore di Morrison che ha concluso proprio in questi giorni di sinodo il suo mandato annuale, dopo aver visitato la scorsa estate anche l’Italia, ospite per diversi giorni delle comunità valdesi di Riesi, Scicli, Brescia, Roma e delle valli pinerolesi.