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Coppie italiane

La Camera ha approvato la legge sulle unioni civili con 372 voti favorevoli e 51 contrari. La decisione dà all’Italia una norma per l’unione delle persone dello stesso sesso e riconosce la convivenza di fatto anche tra quelle di sesso diverso. Il testo riconosce gli stessi diritti e doveri del matrimonio come l’obbligo all’assistenza morale e materiale e la coabitazione. L’unione tra persone dello stesso sesso, però, non prevede l’obbligo di fedeltà, né la possibilità di adottare il figlio del coniuge, la cosiddetta stepchild adoption.

La Chiesa valdese da alcuni anni sta affrontando le questioni relative ai nuovi modelli di famiglia, alla comunione di coppia che esistono nella realtà sociale e nella vita delle chiese, alla questione della genitorialità che cambia. Dopo aver approvato nel 2011 la benedizione delle coppie dello stesso sesso, nel 2015 il Sinodo valdese ha approvato un primo testo di liturgia per queste ultime. Nello stesso anno è stato presentato all’assemblea valdese e metodista un documento sulle famiglie che è stato discusso dalle chiese locali e che sarà valutato dai prossimi Sinodi. Parliamo di questi aspetti con Paola Schellenbaum, componente della Commissione famiglia, matrimonio, coppie e genitorialità della chiesa valdese.

L’approvazione della legge è un passo importante…

«Innanzitutto direi che abbiamo aspettato talmente tanto che l’approvazione del testo è davvero una buona notizia. Il livello del dibattito parlamentare fin qui non è stato molto edificante, è stato molto difficile discuterne, perciò questo ricorso alla fiducia è quantomeno comprensibile. Tutti avrebbero preferito discuterne in modo più approfondito nei contenuti, ma così non è stato. Ne abbiamo parlato come di una legge che va incontro alle esigenze e i diritti delle coppie di fatto, ma in realtà è una legge per tutti: oltre che per portare il nostro paese nella piena modernità, per garantire diritti che finora erano negati».

Le chiese metodiste e valdesi l’anno scorso hanno approvato una liturgia particolare: quest’anno si discuterà il documento sulle famiglie presentato l’anno scorso?

«Uno dei passaggi fondamentali è stato la discussione e poi l’approvazione da parte del Sinodo valdese della liturgia di benedizione di coppie dello stesso sesso, momento molto importante: perché la nostra chiesa ha un ordinamento sinodale ed è giusto che la liturgia sia approvata in assemblea. La discussione verrà allargata perché è dal 2011 che il Sinodo discute dei documenti preparatori: l’anno scorso è stata presentata una bozza di nuovo documento che andrà ad integrare quello sul matrimonio del 1971, e potrà aggiornarlo nel linguaggio e nel tentativo di allargare l’orizzonte includendo tutte le forme di famiglia. Il documento è molto articolato, ha una parte biblico teologica, una parte liturgica e una giuridica; c’è anche una parte più pastorale dove le famiglie sono ricondotte alla vita comunitaria che per noi valdesi è un elemento fondamentale».

È possibile prevedere qualcosa del futuro dibattito sinodale?

«Non so ancora se sarà il dibattito sinodale di quest’anno o dell’anno prossimo, perché la bozza di documento è stata rimandata alle chiese. Diverse di loro l’hanno discusso e questo è un elemento di vitalità molto bello e importante, e ora la Commissione dovrà recepire tutti i commenti e le prese di posizione delle chiese locali e a seconda della profondità di questi commenti si tratterà di rielaborare la bozza. In realtà ci sono stati anche dei cambiamenti, come l’approvazione della liturgia e poi certamente l’approvazione della legge sulle unioni civili, che fa la differenza anche per il nostro documento. Penso che ci vorrà ancora del tempo: la commissione ha comunque l’orizzonte e il mandato per il 2017, vedremo nelle prossimi mesi come potremmo lavorare».

La discussione sulla benedizione non toccava le coppie di fatto eterosessuali perché la legge non le tutelava se non con il matrimonio: con la Cirinnà anche questo cambierà?

«Questo è un altro elemento di novità che avevamo già introdotto nella bozza, si apriva questa ulteriore possibilità di benedizione per le coppie di fatto non sposate che non intendono sposarsi e che però convivono, hanno un progetto di vita duratura e fanno parte delle comunità. Su questo c’è stata molta discussione nelle chiese locali perché evidentemente è un tema sentito e quindi si approfondirà sicuramente in Commissione e forse in dibattito sinodale. Con questa legge credo sia un passo che possa essere compiuto. I valdesi hanno sempre rifiutato il matrimonio religioso e quindi bisognerà capire tecnicamente come è possibile. La commissione farà tutti gli approfondimenti necessari».