Minori non accompagnati. Cameron fa marcia indietro

Ieri pomeriggio, durante «Le interrogazioni al primo ministro» che si svolgono ogni mercoledì alla Camera dei Comuni (Regno Unito), David Cameron ha annunciato che il secondo emendamento proposto da Lord Alfred Dubs, a favore dei minori non accompagnati, non sarà ostacolato: si riapre così la possibilità per migliaia di bambini rifugiati non accompagnati di essere accolti in Gran Bretagna.

A differenza del primo emendamento Dubs, che chiedeva di accogliere 3000 minori non accompagnati provenienti dal campo profughi di Calais e da altri sparsi in Siria e in Medio Oriente, e bocciato in Parlamento la scorsa settimana per soli 18 voti, il secondo non specifica il numero dei bambini che potrebbero fare ingresso in terra inglese.

L’inversione di marcia del Governo è derivata non solo dalle pressioni di un crescente numero di parlamentari conservatori e ma anche dalle pesanti critiche mosse dall’opinione pubblica.

Durante la seduta parlamentare, Cameron ha ripetuto la sua tesi che il Regno Unito deve fare attenzione a non incoraggiare – attraverso l’accoglienza – le persone a «fare questo viaggio pericoloso» per raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo. Tuttavia, ha annunciato che sono in atto trattative con Save the Children, che in questi mesi ha guidato la campagna per consentire ai minori non accompagnati di entrare nel Regno Unito. Cameron ha specificato che è in discussione «cosa possiamo fare, in particolare, con i bambini che sono arrivati in Europa prima dell’accordo UE-Turchia».

Il conservatore David Burrowes, che ha visitato il campo Jungle a Calais diverse volte, ha definito il dietrofront del Parlamento «un’ottima notizia», ed ha aggiunto di non essere preoccupato per il termine fissato in relazione alla registrazione dei bambini.

Lord Dubs ha dichiarato di essere soddisfatto della decisione annunciata da Cameron, che senz’altro «allevierà la situazione di alcuni dei minori rifugiati non accompagnati in Europa».

«Confido che il Primo Ministro sarà fedele alla sua parola e agirà rapidamente per garantire al Dipartimento responsabile per l’immigrazione di lavorare a stretto contatto con le autorità locali in modo da trovare famiglie affidatarie capaci di dare a questi giovani una dimora stabile e sicura».

Dopo l’annuncio del Primo ministro inglese, Tanya Steele, direttore generale di Save the Children, ha detto che la decisione presa dal Parlamento sarà un’ancora di salvezza per i bambini che «oggi vivono per le strade, nei campi sovraffollati o sono in stato di fermo di polizia». Steele ha promesso di «lavorare con il governo e con le Nazioni Unite per garantire che questi impegni siano attuati rapidamente».

«Il governo britannico ha espresso una grande leadership, dimostrando di dare aiuto e sostegno ai rifugiati siriani e porgendo una mano ai bambini già presenti sulle coste europee. Questo annuncio fa eco alla grande storia della Gran Bretagna che ha offerto sicurezza nei momenti di grande crisi. Vogliamo ringraziare i parlamentari, che hanno reso possibile il sostegno a questa causa, e il popolo britannico che ha aperto il proprio cuore ai bambini rifugiati», ha concluso Steele.

Per ora non si conoscono i criteri specifici che consentiranno l’ingresso di un bambino rifugiato nel Regno Unito. Ciò che sembra invece chiaro è che il minore deve essere stato registrato in Europa prima del 20 marzo, data in cui l’accordo UE-Turchia è entrato in vigore.

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