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L’ascensione di Cristo

Cristo dice: «Quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me»
Giovanni 12, 32

Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà
Salmo 46, 1 – 2

Cristo dice: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra»
Matteo 28, 18

La festa dell’Ascensione, quaranta giorni dopo Pasqua e dieci prima di Pentecoste, è la festa cristologica trascurata. In Italia non è neanche più giorno festivo, mentre per l’Assunzione di Maria il paese si ferma. Eppure l’ascensione di Cristo, l’innalzamento di Cristo alla destra del Padre è un elemento fondamentale per la fede della Chiesa. Tornando al Padre, il Figlio libera il campo per lo Spirito Santo, affinché soffi in mezzo a noi. Lo Spirito Santo però non è un Maestro che potremmo ascoltare e seguire come i discepoli hanno fatto con Gesù, ma è la potenza che incarna la verità dell’Evangelo di Gesù Cristo nella nostra fede, nel nostro essere Chiesa, o forse dovremmo dire, nel nostro essere chiese nel mondo.

Poiché il Cristo Risorto ha liberato il campo fino al suo ritorno alla fine dei tempi, i discepoli – che fino a quel momento pendevano dalle labbra del loro Maestro – diventano apostoli, uomini che, certo con l’aiuto dello Spirito Santo, ma al tempo stesso assumendosi l’autorevolezza e la responsabilità per quello che fanno, divulgano l’Evangelo di Gesù Cristo, lo portano in luoghi che Gesù di Nazaret non ha mai conosciuto, al confronto con culture e pensieri di cui Gesù non si è mai occupato. Con l’Ascensione inizia la libertà della fede, che è al tempo stesso il compito della fede: portare la buona notizia della grazia di Dio in Gesù Cristo in ogni luogo e in ogni tempo, interpretarla, tradurla, attualizzarla, viverla in ogni luogo e in ogni tempo. E non siamo lasciati soli in questo e non ci smarriamo, perché lo Spirito Santo soffia in mezzo a noi e, se è necessario, anche contro di noi.

Foto: By Giotto, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=94640