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Libertà di cambiare

Insegnerò le tue vie ai colpevoli, e i peccatori si convertiranno a te
Salmo 51, 13

Gesù dice: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete all’evangelo»
Marco 1, 15

Che cosa è la buona notizia, l’evangelo che il nostro Dio ci ha comunicato? La vittoria sul Male? La vita eterna che sconfigge la morte? I nuovi cieli e la nuova terra in cui abiteremo liberati da tutto ciò che ci fa ancora soffrire? Non sono proprio questi i concetti predicati che ci mettono in crisi, quando confrontiamo la nostra fede con la realtà in cui viviamo? Dove vediamo la vittoria sul Male? Dove sperimentiamo la vita che sconfigge la morte? I nostri cieli e la nostra terra non diventano sempre più precari e logori, sempre più incapaci di ospitare pace e felicità?

Forse la nostra fede entra in crisi, perché vogliamo subito vedere i grandi effetti dell’evangelo, e dimentichiamo che esso inizia come un piccolo seme, inizia con la promessa, per nulla scontata, anzi, che il colpevole non va incontro alla sua condanna, ma può lasciare le sue vie sbagliate e imboccare le vie del Signore, che il peccatore può ravvedersi e cambiare, che il Male non può tenere nella prigionia della sua coerenza mortifera le persone, ma, con l’intervento di Dio, può riacquistare la libertà. La vittoria sul Male, la vita eterna, i nuovi cieli e la nuova terra rimangono delle pie illusioni, finché non scopriamo il loro inizio, le loro radici in quello che la grazia di Dio produce in noi: la libertà di cambiare.

Viviamo in tempi in cui tutto cambia velocemente. Appena ci siamo abituati a una cosa, è già superata e dobbiamo confrontarci con cose nuove. Non decidiamo noi i cambiamenti, ma li subiamo. E in tutto questo dimentichiamo di occuparci di noi stessi, del nostro ravvedimento, dei cambiamenti di cui noi abbiamo bisogno per non perdere la libertà che Dio vuole per noi, per non perdere l’orizzonte di salvezza di cui abbiamo bisogno per poter sperare e muoverci, partendo da noi stessi.

Foto: via istockphoto.com