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L’insegnamento, una sfida permanente

La Riep, Réseau International de l’Enseignement Protestant, rete internazionale di insegnamento protestante, ha compiuto due anni di vita e ha appena celebrato la sua prima assemblea generale. È un servizio della Defap, il servizio missionario delle Chiese luterane e riformate di Francia. Istituita a seguito di due simposi, nel 2011 e 2013 che si erano interrogati sul ruolo e le specificità di un’educazione di matrice protestante, presente in molti paesi e quindi in molte culture, focalizzando l’attenzione sulla necessità di continuare a intessere relazioni e ad apprendere dalle esperienze presenti sul campo.

Da qui la decisione di creare nel 2014 la Riep e di nominare quale primo presidente il pastore Jean-Luc Blanc, la cui carica durerà tre anni. Due i filoni di intervento individuati: da un lato la messa in atto di opere e azioni in grado di consentire l’accesso agli istituti scolastici anche a studenti con vari gradi e tipologie di disabilità (il progetto di scolarizzazione di ragazzi sordi in Congo ne è un bel esempio), e dall’altro la creazione di istituti fondati su una forte attenzione all’educazione civica e alla non violenza, con una particolare attenzione ai temi ambientali. I membri fondatori della Rete di insegnamento protestante si trovano in Benin, Ciad, Gibuti, Haiti, Madagascar, Repubblica democratica del Congo, Rwanda, Tunisia, Camerun, Nuova Caledonia, Congo e Senegal.

L’idea di base era quella di scegliere una scuola “pilota” in ogni nazione: paesi come la Tunisia o Gibuti al momento ne contano una sola sul proprio territorio per cui gioco forza con queste si sono avviate collaborazioni, mentre ad esempio la Repubblica democratica del Congo ne conta 18 mila, per cui in questo caso il problema stava nell’individuare quella ritenuta più adatta.

In due anni sono ben 5 i progetti avviati. In Rwanda è stato inaugurato un istituto specializzato in tematiche di tutela ambientale, a partire da specifiche formazioni pensate per gli insegnanti, per proseguire con varie azioni sul campo da parte degli studenti, come il rimboscamento di terreni o l’apprendimento di tecniche agricole.

Ben due i progetti avviati nella Repubblica democratica del Congo, a Kivu, in un contesto caratterizzato da forti tensioni etniche, religiose, territoriali. L’obiettivo in questo caso è sviluppare una didattica incentrata sulla pace e ancora sul rispetto per la natura che ci circonda, con una specifica azione mirata ad un miglioramento delle condizioni igieniche e sanitarie degli studenti, al fine di evitare il diffondersi di malattie contagiose. Ad Haiti la federazione delle scuole protestane si pone già quale missione primaria quella di mutare profondamente il rapporto della popolazione con l’ambiente circostante perché quest’ultimo, attraverso un’agricoltura sostenibile, possa divenire un mezzo capace di far uscire dall’indigenza larghe fette di cittadini. Infine in Congo il progetto avviato mira all’integrazione nella società delle comunità minoritarie, in particolare quelle pigmee, attraverso la scolarizzazione.

Traduzione: Claudio Geymonat da Defap