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Dio è buono e fedele

Il Signore è buono; la sua bontà dura in eterno, la sua fedeltà per ogni generazione
Salmo 100, 5

Dio ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo
II Corinzi 5, 18

Nei racconti di guarigione Gesù guarisce, non perché chi ha chiesto aiuto, ha vissuto secondo delle dottrine, ma perché hanno posto la loro fiducia in lui. Oggi, spesso, quando si parla di religione e di fede – soprattutto quando si parla in negativo di religione e fede – si intende un insieme di dottrine a cui bisogna credere. La fede viene ridotta a qualche regola da seguire.

Credere non è abbracciare una serie di verità e modi di fare. La fede, come ci fanno capire per esempio i racconti di guarigione, ha a che fare con la fiducia. Con la fiducia che Dio è buono, e mantiene le sue promesse. Non è tanto credere in Dio, ma credere alle sue parole. Credere che ciò che dice, avverrà. Avere fiducia nelle sue parole. Se c’è questa fiducia, allora la fede è un sostegno, soprattutto nelle difficoltà. Un appiglio quando le circostanze della nostra vita diventano pesanti. Basta una piccola luce, per potersi orientare in un ambiente buio.

Dubitiamo spesso, è umano. Anzi, una sana dose di dubbio non fa male, perché ci fa uscire dagli schemi prefissati. La nostra bontà e la nostra fedeltà sono limitate, ciò che succede ad Idomeni, al confine fra Grecia e Macedonia, mostra quanto esse siano limitate, troppo. Siamo brave e bravi a inciampare. La bontà e la fedeltà di Dio ci interrogano. Nonostante tutto Dio ha fiducia in noi, in ogni tempo. Questa fiducia chiede di essere presa sul serio. Se Dio ha fiducia in noi, se crede in noi, possiamo avere fiducia anche nelle nostre azioni di bontà e fedeltà, cioè possiamo osare infinitamente di più. 

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