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Targa in omaggio alle vittime della notte di san Bartolomeo

Oggi 13 aprile, alla presenza fra gli altri della sindaca di Parigi Anne Hidalgo e del presidente della Federazione protestante di Francia François Clavairoly verrà scoperta nella ville lumière , ai piedi del pont Neuf, la prima lapide a ricordo dell’orrenda carneficina passata alla storia come massacro di San Bartolomeo, in cui persero la vita migliaia di fedeli protestanti francesi, barbaramente trucidati dai loro fratelli cattolici in una guerra senza confini e pietà. A 444 anni di distanza da quei tragici avvenimenti verranno ricordati i momenti salienti di quei giorni di odio, e al contempo saranno pronunciate orazioni che avranno la fratellanza, il dialogo, la comprensione, quali caposaldo e linea guida.

Ricordiamo brevemente la storia della strage di San Bartolomeo:

Il trattato di Saint-Germain nel 1570 – nuovo tentativo di tolleranza civile- che conclude in sostanza la terza guerra di religione, suscita la collera della cerchia ultra cattolica guidata dai Guisa, che considerano il testo troppo favorevole ai protestanti.

La regina madre Caterina de Medici, nella speranza di suggellare la riconciliazione nazionale, promuove il matrimonio fra il protestante Enrico di Navarra, il futuro re Enrico IV e Margherita di Calois, sorella di Carlo IX, quindi cattolica. Il matrimonio ha luogo il 18 agosto e vede la venuta a Parigi di moltissimi nobili protestanti al seguito di Enrico di Navarra.

Il capo della fazione protestante, l’ammiraglio De Coligny, che gode dei favori del sovrano, incita quest’ultimo a impegnarsi nella guerra nei Paesi Bassi, detta anche delle Fiandre, a fianco del principe d’Orange, per sostenere gli insorti contro Filippo II di Spagna. Egli è convinto che la guerra contro la Spagna sarebbe il miglior modo per portare a conciliazione cattolici e protestanti, uniti contro un avversario comune.

Il 22 agosto l’ammiraglio De Coligny subisce un attentato mentre lascia le stanze del Louvre, dopo aver assistito al Consiglio reale, ma viene solamente ferito. E’ verosimile che il gesto sia opera dei Guisa, furiosamente contrari alla guerra nei Paesi Bassi, probabilmente sponsorizzati dalla Spagna.

La notizia dell’attentato provoca stupore e tensione. A Parigi l’aria si fa assai tesa. La notte fra il 23 e il 24 agosto si riunisce un’altra volta il Consiglio reale, e si stabilisce di assassinare De Coligny e un certo numero di capi ugonotti. La campana della chiesa di Saint-Germain l’Auxerrois suona l’allarme. L’ammiraglio viene brutalmente ucciso nella sua stanza e defenestrato mentre molti gentiluomini ugonotti vengono massacrati al Louvre e in città. Per tre giorni la barbarie continua, fuggendo di mano al contro reale. Le violenze sono estreme. I cattolici, che portano una croce bianca sui loro cappelli attaccano le abitazioni delle famiglie protestanti. Le strade sono rosse per il sangue versato. Il numero delle vittime è stimato in 4 mila persone. Il 26 agosto il re si presenta davanti al parlamento e rivendica la responsabilità della strage.

A poco a poco che la notizia corre lungo la provincia, le violenze si estendono. La Charité, Meaux, Orléans, Lione e altri paesi fino al settembre del 1572. I morti in provincia saranno almeno 10 mila. Papa Gregorio XIII accoglie la notizia con entusiasmo: fa celebrare messe di grazia e suffragio e ordina di coniare una medaglia commemorativa del massacro di San Bartolomeo. Sarà il momento più drammatico delle guerre di religione e segna l’inizia del quarto di questi conflitti fratricidi.

Traduzione: C. Geymonat da Fédération protestante de France

Foto: Di François Dubois[1], Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4018185