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Cina. Zhang Kai è stato rilasciato

Giorni fa avevamo dato conto della crescente pressione che a livello internazionale chiedeva il rilascio immediato del noto avvocato cristiano dei diritti umani Zhang Kai, detenuto ingiustamente nelle prigioni cinesi da quasi sette mesi per aver difeso diversi cristiani che si opponevano alla rimozione di croci e alla demolizione delle chiese nella provincia dello Zhejiang, sulla costa orientale della Cina.

Ieri è stato lo stesso Zhang Kai a postare sui social media l’annuncio della sua liberazione e del ritorno nella sua casa nella Mongolia Interna. China Aid, organizzazione con base negli Stati Uniti che si batte per i diritti umani in Cina, e che in passato ha lavorato a fianco di Zhang, ha detto che i parenti hanno confermato il post nel quale Kai scrive: «Sono grato a tutti gli amici che erano preoccupati per me in questo periodo e che si prendevano cura dei miei familiari».

Non ancora chiare le condizioni che hanno reso possibile il suo rilascio né lo stato di salute dell’avvocato, che era recentemente apparso in televisione molto provato. In quell’occasione Zhang Kai confessava – confessione certamente estorta – di aver messo in pericolo la sicurezza nazionale e di provare «profondo rimorso» per le azioni compiute.

L’avvocato fu arrestato il 25 agosto scorso: il giorno prima in cui avrebbe dovuto incontrare insieme ad un certo numero di capi religiosi, l’ambasciatore Usa per la libertà religiosa, David Saperstein. Il legale fu poi condannato a sei mesi di cosiddetta «prigione nera», che comporta l’essere sotto costante sorveglianza in una località sconosciuta, e il non poter avere qualsiasi contatto con la propria famiglia e con gli avvocati.

Deve forse aver pesato sulla decisione del suo rilascio da parte del governo della Repubblica popolare cinese, la mobilitazione anche a livello internazionale di numerosi attivisti e organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani e della libertà di opinione.

Bob Fu, fondatore e presidente di China Aid e amico di Zhang, ha dichiarato: «Sono molto contento di questa buona notizia, anche se ulteriori dettagli sulle condizioni del suo rilascio sono ancora sconosciuti». «Mi appello alle autorità cinesi – ha proseguito Fu – affinché siano rilasciati altri leader religiosi, avvocati e difensori dei diritti umani arbitrariamente imprigionati, come quelli arrestati nel luglio del 2015, tra cui, gli avvocati Li Heping e Wang Yu, il leader religioso Hu Shigen, e pastori Li Guozhi (Yang Hua ), Bao Guohua e Gu Yuese».

Anche Mervyn Thomas, amministratore delegato di Christian Solidarity Worldwide, organizzazione cristiana impegnata nella difesa dei diritti umani e della libertà religiosa, ha accolto con cautela la notizia del rilascio di Zhang e ha invitato le autorità a garantire «la sua libertà senza condizioni».

Thomas ha continuato: «Esprimiamo inoltre la nostra preoccupazione che molti dei colleghi avvocati di Zhang Kai, così come un certo numero di pastori della provincia dello Zhejiang, rimangono ancora in detenzione. Chiediamo al governo cinese di proteggere i diritti e la sicurezza di coloro che difendono la libertà di religione e altri diritti umani in Cina».

Dunque riflettori ancora puntati sulla Repubblica popolare cinese, stato ufficialmente ateo, che in questi ultimi anni, di fronte alla crescita esponenziale del cristianesimo, ha dato vita ad un’azione di repressione dura e sistematica contro pastori protestanti e i luoghi di culto. Intanto, il mondo dell’attivismo celebra il successo per la liberazione dell’avvocato difensore dei cristiani.

Foto: Peggy_Marco via Pixabay