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La corsa della Valpe si ferma nei quarti di finale

È finita con una sconfitta, netta, ad Asiago, l’avventura dell’hockey club Valpellice nella serie A di hockey su ghiaccio. Dopo una stagione regolare costellata da alti e bassi (strepitosa e inaspetta la vittoria in Coppa Italia, secondo trofeo nella storia della squadra ma anche tante partite perse e pochissimi gol realizzati) la Valpe come è comunemente chiamata si è presentata ai quarti di finale consapevole di non aver nulla da perdere. Di fronte si è trovata l’Asiago, squadra che l’hanno scorso ha conquistato lo scudetto e quest’anno si è ben distinta nel «Continental Cup», competizione a livello europeo.

La squadra piemontese arrivava da un periodo molto travagliato: i noti problemi economici hanno fatto si che alcuni giocatori preferissero abbandonare i compagni per accasarsi in altre rappresentative. Il simbolo è stato il capitano della Valpe Trevor Johnson in valle da ormai 6 anni che ha deciso di accasarsi al val Pusteria per terminare la stagione. Ha suscitato scalpore anche la partenza di Dave Nicoletti, passato al Bolzano che milita in una lega privata sovranazionale con squadre austriache, ungheresi, slovene e ceche. Anche il portiere Shane Madolora era salito alcuni mesi fa su un aereo per Nottingham in Inghiliterra. E poco dopo lo straniero più talentuoso, Matt Beca, aveva scelto la Slovacchia. Ma questa fuga, quasi generalizzata, era già iniziata molto tempo prima, a fine ottobre infatti l’allenatore Pat Curcio aveva deciso di trasferirsi a Lugano, in Svizzera, trovando un palcoscenico più appetitoso.

La Valpe ha raccolto quindi i cocci ingaggiando prima un nuovo allenatore, Tom Barrasso, ex portiere di fama mondiale, un nuovo portiere Neil Conway un attaccante, Michael Colavecchia.

La situazione è stata a tratti delicata con l’ipotesi di neppure scendere sul ghiaccio in un’occasione per la questione degli stipendi non pagati ai giocatori.

Giocatori stessi che però si sono responsabilizzati oltre misura e in un clima molto difficile e delicato hanno saputo onorare la maglia che indossano che rappresenta oltre ottant’anni di storia e una valle intera. Gli stranieri rimasti hanno messo in pista tutta la loro grinta (ed è quello che il pubblico ha sempre chiesto), e gli altri si sono impegnati oltre misura. I valligiani «acquisiti» (Pozzi, Petrov, Silva, Nicolao, De Biasio, Ilic, Schina) e quelli che invece sono nati e cresciuti umanamente e sportivamente parlando in valle (Canale, Mondon Marin, Cordin, Durand Varese e Armand Pilon) hanno fatto la differenza nel quarto di finale che ha visto l’epilogo soltanto alla settima partita, quella decisiva. Prima tre vittorie per l’Asiago e tre per il Valpellice. Sull’altopiano ieri sera l’Asiago si è imposto per 6 a 2 nonostante le decine di tifosi che nel giorno feriale hanno deciso ugualmente di seguire la squadra del cuore e di invadere pacificamente la cittadina vicentina.

Ora è il momento dei bilanci, soprattutto di bilanci fuori dal ghiaccio, per evitare che il patrimonio di sport rischi di perdersi. Patrimonio ricchisimo infatti in settimana l’under 16 ha perso la semifinale sul filo di lana contro il Vipiteno mentre l’under 20 (guidata da Fabio Armani, assistente allenatore in prima squadra) si sta ben comportando nel campionato nazionale ed è ancora in lotta per la conquista del titolo.

Foto Gillemon