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«La difesa dei cristiani d’Oriente non è sufficiente»

Traduzione Claudio Geymonat da rcf.fr

Se ne parla poco ma i cristiani protestanti in Medio Oriente sono assai presenti. Anglicani, luterani, presbiteriani che si sono installati a partire dal diciottesimo secolo in Israele, in Palestina, ma alla stesso modo in Siria, in Iraq, in Libano.

La Federazione protestante di Francia (Fpf) ha deciso di mettersi all’ascolto delle sorelle e dei fratelli presenti in quelle terre nel tentativo di dare un contributo alla creazione di una pace duratura.

«La difesa nei confronti dei cristiani d’Oriente non è sufficiente. Poche misure sono state prese, ma soprattutto è necessario un approccio organico perché solo attraverso una pacificazione dell’area e di tutti i soggetti coinvolti, si può pensare di fare il bene di chi in quelle terre vive, sia esso cristiano o no – ha commentato François Clavairoly, presidente della Fpf – . Non si tratta certo di fare discorsi preferenziali, si tratta di adoperarsi tutti insieme, tutti coinvolti, per la pace. E al contempo bisogna essere capaci di preservare le diversità etniche, religiose, sociali e culturali presenti».

«Al di là degli appelli volti a sollecitare azioni urgenti per veder cessare le persecuzioni, – ha proseguito Clavairoly – serve sedersi tutti insieme attorno ad un tavolo, ragionare su cosa ci accumuna e dare il via ad azioni concordate, comunitarie, interreligiose, capaci di mostrare un cambiamento di atteggiamento, capaci di mostrare ai più giovani che quella della violenza e dell’odio non è l’unica via esistente. Le nuove generazioni in Palestina e Israele così come nel resto dell’area sono cresciute in un contesto di guerra permanente. E’ inammissibile, diventa necessario lavorare per dare speranza».