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Bologna la rossa. Porpora.

In occasione di Pasqua il Comune di Bologna aveva autorizzato le benedizioni da parte di un sacerdote durante l’orario di lavoro per i propri dipendenti. Il fatto ha scatenato le reazioni di Uaar, l’unione degli atei e agnostici, e Cgil, tanto che l’amministrazione è tornata sui propri passi stabilendo un luogo apposito per il rito. «Ormai sembra essere diventata una pessima tradizione: ogni anno a Pasqua ci ritroviamo a parlare di questi temi e ci cadono un po’ le braccia. Soprattutto di fronte alle modalità: tirare fuori questa notizia qualche giorno dopo la sentenza del Tar, che dice di non fare le benedizioni a scuola, sembra una provocazione bella e buona» dice Michel Charbonnier, pastore della chiesa metodista di Bologna e Modena.

Qualche settimana fa infatti una sentenza del Tar vietava le benedizioni in tre plessi scolastici della città, dopo un ricorso di un’associazione di genitori e insegnanti che chiedeva di sospendere una delibera del Collegio docenti. La sentenza del Tar però è stata sospesa pochi giorni dopo dal Consiglio di Stato, e quest’anno il rito si potrà svolgere all’interno dell’istituto (in orario extrascolastico).

Non è la prima volta che si discute di laicità a Bologna: «il sospetto è che ci sia una compiacenza dell’istituzione pubblica – continua Charbonnier – cosa che pensiamo ormai da qualche anno: per esempio quando il sindaco era in prima fila con la fascia tricolore alla processione della Madonna di San Luca. In quell’occasione ci fu risposto che tutti i bolognesi credono alla Madonna e abbiamo dovuto penare per far notare al sindaco che non è esattamente così. Purtroppo è un trend conosciuto ma forse con un aumento dell’arroganza. Una cosa è andare a una manifestazione religiosa, un’altra è spalancare le porte del Comune, che è il luogo di tutti i bolognesi per eccellenza».

Il Municipio ha accolto le proteste di alcuni cittadini in difesa della laicità dell’istituzione e del lavoro dei dipendenti, ma resta da capire che bisogno ci sia di una benedizione religiosa all’interno di un luogo pubblico come questo. «La contrapposizione sui nostri quotidiani sembra tutta tra atei e credenti, ma questo non è vero. Non è questa la battaglia, ma quella della laicità negli spazi pubblici. Nell’ospedale di Ferrara, per esempio, c’è una stanza del silenzio e funziona come un luogo di rispetto e di accoglienza di tutte le tradizioni. È una questione di allenamento al rispetto, all’ascolto e al non imporsi sul diverso con le proprie convinzioni. Bologna è sempre stata “la rossa” e di conseguenza il clero è sempre stato particolarmente reazionario. Ci si aspetta fervore ecumenico e grande apertura, ma purtroppo non è così. L’aspetto tradizionale è molto forte, ma poi c’è anche un voler mettere la propria “bandierina” sulla cosa pubblica da parte delle gerarchie cattoliche. A livello cittadino c’è anche una regressione culturale sulla laicità e sul pluralismo religioso».

Tornando all’altro caso in discussione, il dibattito sulle benedizioni a scuola, l’aggiornamento sarà per i giorni successivi a Pasqua. Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di sospensiva della sentenza del Tar e ne discuterà il 28 aprile.

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