1280px-piccole_piante_di_mais

Sfogliando i giornali del 4 marzo

01 – Ancora vittime nel canale di Sicilia

Nuovo incidente nelle acque del canale di Sicilia questa notte. 10 migranti sono morti e 121 sono stati messi in salvo dopo che l’imbarcazione su cui viaggiavano si è ribaltata. La nave Dattilo, che ha compiuto le operazioni di soccorso, aveva già a bordo 318 migranti salvati in una precedente operazione poche ore prima. Sono complessivamente 941 i migranti salvati nel canale di Sicilia ieri dalla Guardia costiera. In meno di 24 ore, infatti, sono state 7 le azioni di soccorso in una fascia di mare situata a circa 50 miglia a nord della Libia. Tra le persone tratte in salvo ci sono oltre 30 bambini e più di 50 donne. Intanto, il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, ha parlato ieri di migrazioni e sicurezza europea. Secondo Timmermans, «la tratta dei migranti si fermerà soltanto con una Libia in pace» e, non escludendo un aumento di fondi per la missione Triton, si è espresso duramente nei confronti di coloro che, anche in sede europea, chiedono una chiusura dei confini dell’area Schengen.

02 – Spese militari, in Cina aumentano del 10% ogni anno

La Cina aumenterà le sue spese militari di circa il 10% nel 2015. L’annuncio, dato dalla portavoce dell’Assemblea nazionale del popolo cinese, arriva nel giorno dell’apertura della sessione annuale dell’organismo governativo. Secondo il Sipri, lo Stockholm international peace research institute, in realtà l’aumento è più significativo, e si può stimare vicino al 20%. La quota di aumento citata dalla portavoce è in linea con gli aumenti dell’ultimo decennio, che ha visto un’intensificazione degli sforzi per la modernizzazione dell’esercito e un superamento degli investimenti russi, collocando la Repubblica popolare al secondo posto nel mondo, lontano comunque dalle spese militari statunitensi, che per il 2016 sono stimate in 585 miliardi di dollari. 

03 – Ebola, i paesi colpiti chiedono un piano per il sostegno dell’economia

Durante il vertice internazionale in corso a Bruxelles e centrato sul contrasto all’epidemia di ebola, che ha provocato finora oltre 9.600 vittime, i capi di stato dei tre paesi più colpiti, ovvero Guinea Conakry, Liberia e Sierra Leone, hanno chiesto un “piano Marshall” per il sostegno all’economia. «L’impatto del virus ebola sull’economia – ha spiegato la liberiana Ellen Johnson-Sirleaf – è stato profondo, e i piani e le strategie per risollevarla devono essere messi in opera. Forse servirà un piano simile a quello a favore dei paesi europei dopo la seconda guerra mondiale». Il guineano Alpha Condè, d’accordo con l’inviato speciale dell’Onu, David Nabarro, ha sottolineato la sproporzione tra le somme necessarie per contrastare l’epidemia e quelle effettivamente stanziate. «Sul miliardo e mezzo di dollari che devono essere mobilitati dal sistema delle Nazioni Unite, 600 milioni sono già disponibili – hanno dichiarato – ma ne restano ancora 900 da raccogliere».

04 – Sudan, la missione di pace in Darfur negozia una strategia d’uscita

La missione di pace delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana nella regione sudanese del Darfur, Unamid, ha proposto al governo di Khartoum un taglio di poco meno di 800 posti entro il 31 marzo. Si tratta di una prima risposta della comunità internazionale alla richiesta del presidente sudanese Omar Al Bashir, che aveva chiesto nelle scorse settimane il ritiro della missione da tutte le aree di intervento in seguito alle accuse di stupri di massa che sarebbero stati commessi da alcuni militari di Unamid nel villaggio di Tabit a ottobre 2014. Dispiegata in Darfur dal 2007, la missione internazionale può contare su quasi 20.000 effettivi, e nonostante un investimento annuo di poco inferiore al miliardo e mezzo di dollari non è stata capace di garantire una stabilizzazione della regione. Secondo Ocha, l’ufficio dell’Onu per il coordinamento dell’assistenza umanitaria, tra l’inizio di gennaio e il 20 febbraio sono state più di 41.000 le persone costrette a lasciare le loro case a causa dei combattimenti tra reparti dell’esercito e gruppi ribelli in lotta contro il governo centrale.

05 – India, una lunga marcia per i diritti dei contadini

L’attivista e sociologo indiano Kisan “Anna” Hazare ha annunciato questa mattina una marcia di 1.100 chilometri per fare pressione sul governo centrale perché cambi la nuova normativa sull’acquisizione dei terreni, chiamata Land Acquisition Act, ritenuta sfavorevole per i contadini e l’agricoltura del paese. Il nuovo disegno di legge, proposto dal governo Modi, è pressoché identico a quello già contestato a gennaio, e secondo Hazare «è solo uno stratagemma per confonderci». La decisione di organizzare la marcia, che partirà la prossima settimana e che durerà circa tre mesi snodandosi da Sewagram a New Delhi, è arrivata dopo diverse sessioni di colloqui con sindacati degli agricoltori. Dopo questo annuncio, Hazare ha subito numerose minacce di morte attraverso i principali social network.

Foto “Piccole piante di mais” di Micael Camozzi – opera propria. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikipedia.