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Una giornata storica per Poggioreale

«È una giornata storica per Poggioreale, perché questo carcere non ha mai avuto una palestra. L’inaugurazione dei primi spazi dedicati all’attività fisica dei detenuti e degli agenti, segna una piccola, grande conquista per la quale non smetterò mai di ringraziare la generosità delle chiese valdesi e metodiste». Sono queste le parole che il dott. Antonio Fullone, direttore della casa circondariale di Napoli, ha pronunciato il 23 febbraio scorso in occasione della presentazione ufficiale di «Poggioreale in-forma», progetto curato dall’associazione Alba Chiara e finanziato con i fondi Otto per mille dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi. Grazie al finanziamento sono state acquistate 30 palestre multifunzione, 30 cyclette e 30 panche, che saranno installate nei padiglioni dove vige il «regime aperto», oltre ad altri attrezzi (pesi, manubri, corde) destinati ai soli agenti.

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Fullone, insieme alle vice-direttrici Gabriella Niccoli e Chiara Masi, ha accolto con grande disponibilità la piccola delegazione formata da: il pastore Jens Hansen, membro della Tavola valdese; Giovanni Napolitano, sovrintendente del XIII Circuito delle chiese valdesi e metodiste; il past. Remo Cristallo, presidente della Federazione delle chiese pentecostali; Salvatore Cacace, fornitore di articoli sportivi, e alcuni membri dell’ass. Alba Chiara tra cui il presidente, Michele Altieri, ispettore di polizia a Poggioreale da 21 anni, membro della chiesa pentecostale Nuova Pentecoste di Aversa, che ha pensato e voluto fortemente questo progetto.

«Il carcere è un luogo di sfida – ha detto Hansen –. Sappiamo bene che molti pensano al carcere solo come un luogo di reclusione, uno spazio in cui confinare un colpevole in una cella chiusa a chiave, che poi va buttata via. Per noi credenti non è così: partendo dalle Scritture sappiamo che c’è la pena per un’azione malvagia compiuta, ma anche il perdono e la possibilità che una persona possa cambiare. Il carcere deve essere il luogo in cui la persona recupera la sua dimensione di socialità e compie un percorso di riabilitazione che gli consenta di cambiare vita una volta scontata la pena. È per tutto questo che la Tavola valdese non ha avuto dubbi sul finanziamento del progetto: la palestra è uno spazio in cui i detenuti possono vivere più concretamente l’aspetto della socializzazione, e anche migliorare le condizioni psico-fisiche».

«La mancanza di attività fisica quotidiana – ha affermato Fullone – è un problema molto sentito in questo istituto, e trovare una realtà, come la Tavola valdese, che investe su Poggioreale dà un ulteriore sostegno al progetto di riorganizzazione che abbiamo avviato da un po’ di tempo in questo carcere».

Con l’arrivo di Fullone alla direzione di Poggioreale nel luglio 2014 sono stati introdotti importanti cambiamenti riguardanti le coordinate dello spazio e del tempo che in un penitenziario sono fondamentali. Oggi per oltre 500 detenuti è previsto il «regime aperto» con le celle aperte per 8 ore al giorno con la possibilità per i detenuti di rimanere nel corridoio del reparto e di socializzare; all’esterno, i detenuti possono utilizzare il campo di calcetto quotidianamente (prima solo un paio di volte all’anno), e la permanenza all’aria aperta è assicurata in 12 cortili passeggio; le pareti di alcuni dei padiglioni sono state ritinteggiate con colori caldi; sono state ristrutturate e messe a norma del Regolamento di esecuzione penitenziaria ben 12 sale colloquio; inoltre è già operativo uno spazio verde esterno dove i detenuti possono incontrare i propri familiari, e sta per essere realizzata anche una ludoteca dove assicurare un’accoglienza per i minori durante le visite familiari. Altra novità importante sul fronte dell’affettività riguarda la possibilità che i colloqui – grazie ad una turnazione pomeridiana e alla disponibilità del personale penitenziario – possano avvenire anche durante i giorni festivi in modo che i minori non facciano assenze scolastiche.

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Michele Altieri e Antonio Fullone

Miglioramenti sono avvenuti anche sul piano lavorativo: oltre 250 detenuti sono alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria grazie ad un sistema di rotazione trimestrale. Vi sono laboratori di falegnameria, tipografia, sartoria ed un’officina per fabbri.

La delegazione ha potuto visitare la prima «mini-palestra» allestita nel padiglione «Firenze», dove si trovano le persone alla prima esperienza detentiva e dove vige il «regime aperto». Nella stanzetta dove sono stati sistemati gli attrezzi, sono giunti alcuni detenuti. Il portavoce del gruppo – un giovane diplomato Isef che svolgeva attività di personal trainer – a nome di tutti i detenuti del padiglione ha ringraziato i promotori del progetto Poggioreale in-forma: «L’attività sportiva ci fa bene a livello fisico ma soprattutto mentale in quanto ci permette di scaricare lo stress e di contrastare la pesantezza delle giornate. Inoltre, vorrei esprimere un elogio personale al direttore Fullone: da quando è arrivato, il carcere di Poggioreale si è trasformato. È una persona umilissima: nonostante le sue grandi capacità sta sempre in punta di piedi e questo per me è un ulteriore pregio». L’umiltà, unita alla capacità del neodirettore di dialogare e ascoltare i suoi interlocutori, ha conquistato anche gli agenti più anziani, tradizionalmente più restii ai cambiamenti.

A Poggioreale sembra veramente che soffi un vento nuovo. Anche i Radicali italiani – da sempre attenti al tema delle carceri e del rispetto al loro interno dei diritti umani – in una recente visita ispettiva alla Casa circondariale di Poggioreale hanno evidenziato che le condizioni di detenzione sono sensibilmente migliorate rispetto agli anni passati, quando venivano fatte numerose segnalazioni di violazione dei diritti umani fondamentali proprio per le condizioni detentive degradanti, contrarie al principio di umanità della pena sancito dall’art. 27 della Costituzione.

«Tante cose sono state fatte ma ancora tantissime sono da fare – afferma Fullone –. Si tratta di un processo lungo, nel quale è importante il contributo di tutti: dirigenti, dipendenti dell’amministrazione e agenti della polizia penitenziaria. La collaborazione determina un clima sempre più disteso in cui cresce la fiducia e la qualità dello stare insieme. Il carcere è e resterà un luogo di sofferenza, dove vigono delle regole che vanno rispettate, ma deve essere innanzitutto un luogo umano, dove va preservata la dignità di ciascuno. Inoltre sono convinto che non c’è benessere dei detenuti che non passi attraverso il benessere del personale. Il poliziotto del penitenziale svolge un ruolo difficilissimo perché oltre ad essere custode è anche il primo rieducatore della persona ristretta». Ne è pienamente convinto l’ispettore Michele Altieri, infaticabile promotore di Poggioreale in-forma, che ha dichiarato di essere stato contagiato dal modo in cui il dott. Fullone gestisce le risorse umane. «Alcuni amici mi hanno detto: “Ma non potevi presentare piuttosto un progetto a favore dei bambini, dei poveri o dei senza fissa dimora?”. Io ho risposto che nella Bibbia c’è scritto “ricordatevi dei carcerati” (Ebrei 13, 3): è a partire da queste parole che Dio ha fatto nascere nel mio cuore l’idea di questo progetto che oggi si realizza con la soddisfazione di tanti».

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Michele Altieri
Foto Jessica Altieri