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L’unicità di Gesù

Sono io, che parlo con giustizia, che sono potente a salvare
Isaia 63, 1

Come con una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure, con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini
Romani 5, 18

«Tana libera tutti!» gridano i bambini accorti che, a nascondino, riescono a liberare i compagni di gioco. Questa semplice immagine può aiutarci a comprendere l’argomentazione di Paolo. Il «così come Adamo – tanto più Cristo» è una spiegazione profonda, gravida di significato e conseguenze, ma anche rischiosa (e non potrebbe essere altrimenti), che offre il fianco a parecchie critiche. Per esempio, se si insiste troppo sul paragone fra Adamo e Cristo, ci si può chiedere: «Perché peccato e morte si trasmettono automaticamente, come fossero geni ereditari, mentre giustificazione e salvezza no?». L’annuncio dell’Evangelo, che rivela la giustizia di Dio, è trasmesso: se non fosse così, non saremmo più qua da secoli. E può essere che la trasmissione sia ancora dai genitori ai figli, ma non è più da «carne a carne», ma «da fede a fede» (Rom. 1, 16-17). Nel ragionamento di Paolo, ciò che non dobbiamo perdere di vista è il senso generale di un discorso che tenta l’impossibile: comunicare l’unicità di Gesù, una parola e un evento inclassificabile, fuori scala. Solo in lui, proprio in quanto Cristo, Figlio di Dio, veramente e propriamente Dio e veramente e propriamente uomo, c’è salvezza. Se Adamo rappresenta la sorgente di un corso d’acqua che nei secoli diventa fiume, lago e mare aperto, un oceano di peccato e di morte, il Signore è colui che da solo, senza il benché minimo impulso “ecologista” da parte dell’umanità, bonifica e depura quest’acqua rendendola nuovamente potabile, fonte di vita. Qualunque illustrazione si usi, qualunque spiegazione si tenti, rimane un mistero della grazia di Dio. Ma in fondo, se ci pensiamo, nei momenti difficili, quando disperiamo di poter vincere le nostre sfide, cos’è che ci sostiene e ci dà la forza di andare avanti? La conoscenza razionale delle regole del gioco o la speranza fiduciosa che in ogni istante può risuonare il grido «Tana libera tutti!»?

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