book-610189_1280

La Costituzione in moschea

Questo sabato, a partire dalle 19, la moschea Omar di via Saluzzo 18 ospiterà un’insolita lezione civica sulla Costituzione italiana. L’iniziativa nasce da un’idea di Walid Dannawi, vicepresidente dell’Associazione Culturale Islamica San Salvario, che qualche mese fa aveva partecipato a un convegno dell’Anpi torinese. «Mi hanno regalato un libretto sulla Costituzione e ci ho pensato subito: perché non divulgare i valori della Repubblica anche nella nostra moschea? Ne ho parlato senza aspettare al presidente della sezione Anpi “Nicola Grosa”, e mi hanno risposto che secondo loro era un’ottima idea. Sempre l’Anpi mi ha segnalato Andrea Giorgis, che ho incontrato e che ha aderito subito».

La lezione del prof. Andrea Giorgis, docente di diritto costituzionale all’Università di Torino e deputato del partito democratico, prenderà le mosse dalla vicenda storica da cui nacque la nostra Carta fondamentale – «dallo Stato fascista alla democrazia pluralista» – per poi approdare ai diritti e ai doveri che questa implica. «Mi soffermerò in particolare su due articoli – ha anticipato il professore – «sull’articolo 2, per evidenziare le ragioni profonde delle costituzioni del secondo dopoguerra e sull’articolo 3, che esplicita come la Repubblica sia impegnata a rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale».

La data, spiega Walid Dannawi, è stata scelta per venire incontro alle esigenze dei ragazzi che studiano: «abbiamo aspettato la fine delle sessioni d’esame, ora speriamo che vengano in tanti: in verità non solo giovani, il nostro invito è aperto a tutti, membri e non della nostra comunità. Nel nostro piccolo, ma è un fatto importante: credo sia la prima volta che una lezione civica si tiene in un luogo di culto, non solo musulmano».

Uno dei ragazzi che Walid conta di coinvolgere è senza dubbio Ussama Dannawi, suo figlio. Ussama ha ventitré anni, studia ingegneria gestionale ed è membro della redazione di «Bacheca», un mensile d’informazione (in arabo e italiano) sulle attività svolte dalle moschee torinesi. Più che in quanto figlio, Ussama si sente chiamato in causa dall’iniziativa paterna in qualità di cittadino italiano musulmano: «La tematica mi tocca in prima persona, studio altro ma mi è capitato di leggere la Costituzione a scuola e all’Università ho frequentato corsi di diritto: per noi è fondamentale capire in che modo il nostro Stato ci tuteli nella nostra libertà, comprendere quali siano i nostri obblighi. Un musulmano che vive in Italia ha due testi di riferimento: il Corano e la Costituzione. Due parole che per me non sono in contraddizione».

A Torino, lo “spirito” di cittadinanza delle comunità islamiche è sempre più forte. Una “voglia” che sta trovando via via diverse forme in cui concretarsi. Dopo il “patto di condivisione “ siglato il 9 febbraio a Palazzo Civico, l’iniziativa del centro culturale islamico di San Salvario imprime nuovo vigore alla “continua collaborazione” auspicata in quella sede dal sindaco e dalle istituzioni cittadine. «Il problema – conclude il giovane Ussama – non sono mai le istituzioni, da cui ci sentiamo accolti e tutelati, ma il qualunquismo che ogni tanto respiriamo in strada». In effetti, forse, la Costituzione dovremmo ripassarla tutti. Dentro e fuori dalle moschee.

Foto via Pixabay