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Ministeri per la missione

È stata la seconda esperienza di un Sinodo tematico. Due anni fa, la Chiesa evangelica valdese del Rio de la Plata, dopo un lungo dibattito, ha avviato questa nuova modalità, da realizzarsi su base biennale. Nel febbraio 2014 il tema è stato «La formazione per la missione: tradizione e rinnovamento nei ministeri della chiesa». Quest’anno, dal 5 al 7 febbraio a Colonia del Sacramento (Uruguay), il tema era «I ministeri nella prospettiva della missione». A partire dai temi delle due prime edizioni di «Sinodi tematici» appare dunque chiaro che la preoccupazione e la ricerca della chiesa va nella direzione di trovare strade e strumenti nel cammino della missione, e del rafforzamento dei ministeri che sono necessari per realizzarlo.

Quando si è cominciato riflettere su una modifica nella dinamica dei sinodi annuali, è stata sottolineata la necessità di uscire da ciò che alcuni definito un «revisionismo costante e inconcludente». Certamente a nessuno è passata per la mente l’idea di prescindere dalle istanze di analisi nel campo amministrativo, assolutamente necessarie per la proiezione immediata della vita delle comunità, delle opere diaconali e degli altri organi istituzionali. Ma, almeno nella nostra pratica, la dinamica annuale delle assemblee sinodali sembrava essere una sorta di ripetizione che non riuscire a superare il circolo chiuso. Con un periodo che termina il 31 ottobre di ogni anno e le cui relazioni sono discusse al Sinodo nel mese di febbraio, i tre mesi di novembre, dicembre e gennaio costituiscono una sorta di interregno talvolta confuso, in attesa delle decisioni che l’Assemblea sinodale prenderà. Le elezioni per le commissioni sinodali si fanno in febbraio per un esercizio già in parte trascorso, visto che le relazioni si chiudono il 31 ottobre. Da un lato, quindi, si è cercato di considerare un periodo più lungo, di due anni, con un preventivo biennale, naturalmente soggetto agli aggiustamenti resi necessari dalle nostre economie difficilmente prevedibili. Ci sono stati momenti in cui, specie in Argentina, pensare a un budget per un mese è stato un vero e proprio atto di fede! Abbiamo dunque pensato a tempi più lunghi di lavoro e di valutazione per le varie commissioni; oggi solo la Mesa valdense (Tavola valdese) e le commissioni d’esame e fiscale sono nominate ogni anno. E si è pensato soprattutto di prenderci del tempo, in questi incontri, per affrontare tematiche di più ampio raggio e con maggiore profondità. Personalmente credo che questi Sinodi tematici, che offrono un adeguato spazio di formazione e di riflessione più ampia, costituiscano un arricchimento.

Anche un po’ di amministrazione. Durante il primo giorno la Mesa ha presentato alcuni problemi che il Sinodo doveva necessariamente risolvere, legati alla personalità giuridica della Chiesa valdese in Argentina, ottenuta recentemente dopo anni di titanica lotta con la burocrazia. Questo ha significato un importante passo avanti in campo istituzionale e per la copertura dei pastori e degli altri lavoratori della chiesa in base alle leggi sul lavoro. Sono inoltre state approvate le relazioni finanziarie dell’amministrazione centrale, dei centri di servizio e di altre commissioni sinodali. In quest’area si sta lavorando sodo, con difficoltà ma con evidenti successi nella direzione di una maggiore trasparenza e di una gestione più professionale di un settore che è diventato sempre più complesso.

Per quanto riguarda le elezioni delle commissioni sinodali, senza dubbio il fatto più rilevante è stato l’elezione della Mesa. Qui si segnalano due aspetti. Il primo ha a che fare con la continuità di questo organo: su cinque membri quattro sono stati rieletti, segno di un’approvazione per la gestione di questo periodo non semplice. L’unico cambiamento è stato il moderatore, ed ecco il secondo aspetto. Oscar Oudrí, che ha ricoperto questa posizione negli ultimi tre anni, è stato il primo laico a farlo nella storia della nostra chiesa nel Rio de la Plata, e già da tempo aveva annunciato pubblicamente che non avrebbe accettato un nuovo termine: quindi questo cambiamento non è stato una sorpresa per nessuno. Al suo posto è stata eletta la pastora Carola Tron, che ricopriva l’incarico di vice moderatora, e che diventa così la prima donna eletta a moderare la Tavola valdese nel Rio de la Plata. E volendo soffermarci un po’ su questa visione di genere, dobbiamo dire anche che tre dei cinque membri della Mesa sono donne. È un segno dei tempi che cambiano. Se non ricordo male la prima donna ad essere eletta nella Mesa è stata, negli anni ’80, la maestra Margy Roland.

Il sacerdozio universale dei credenti. Il pastore Leopoldo Cervantes Ortiz, che per due giorni molto intensi ha guidato il lavoro sul tema dei «Ministeri nella prospettiva della missione», ha sottolineato in particolare la necessità per la Chiesa di mettere in primo piano questo concetto non solo come categoria di pensiero ma soprattutto come pratica ecclesiale. Egli ha segnalato la necessità di rinnovare per l’attuale generazione questa antica verità, che ha costantemente bisogno di rivitalizzazione a causa delle dinamiche naturali della società. Ha lavorato sulla base biblica del  sacerdozio nell’Antico Testamento e della novità di Gesù, mettendo un accento particolare sul movimento valdese medioevale e ricordando che la Riforma nel XVI secolo, nei suoi vari aspetti, è stata un tentativo di mettere di nuovo al centro il ruolo di tutti i credenti nella proclamazione del Vangelo. La dinamica delle istituzioni porta spesso a limitare questo sacerdozio a dei «professionisti della religione» e ancora e ancora una volta si rende necessario liberarlo da questa pastoia. Riassumere la relazione di Cervantes Ortiz e il lavoro di gruppo in queste poche righe è impossibile. Coloro che hanno partecipato possono testimoniare che il movimento di idee è stato davvero notevole. Speriamo che in qualche modo questo si traduca anche nella pratica. Per organizzare il workshop la Mesa aveva rinominato una «Commissione ministeri», che aveva cessato di esistere come commissione sinodale alcuni anni fa. Sintomaticamente questa Commissione riemerge come una necessità.

La visita di Francesco. La visita di papa Francesco alla Chiesa valdese nel tempio di Torino nel giugno dello scorso anno non è stata assente dal dibattito dell’Assemblea sinodale. Siamo una chiesa in due aree, e quindi anche noi ci siamo sentiti «visitati». Il moderatore Oscar Oudrí ha partecipato a questo evento e ha condiviso la sua esperienza in varie comunità e anche in questa assemblea sinodale. Si è esaminato molto attentamente l’atto del Sinodo dell’area europea su questo tema, e l’assemblea lo ha fatto suo.

La visita al Sinodo della pastora Monica Michelin Salomon, anche se a titolo personale, è stata un segno dell’unità tra le due aree della Chiesa valdese. La strada è lunga, le sfide sono molte; voglia il Signore che la nostra fiducia sia sempre fondata sulla sua promessa di essere con noi fino alla fine del mondo. (traduzione: lmn)

Foto: la neomoderatora,  pastora Carola Tron (Foto Pietro Romeo)