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Sfogliando i giornali del 18 febbraio

01 – Siria, il governo di Assad approva un “cessate il fuoco di prova” ad Aleppo

L’inviato speciale delle Nazioni Unite in Siria Staffan de Mistura ha annunciato questa mattina che il governo di Damasco, ancora guidato da Bashar al-Assad, è pronto a sospendere i bombardamenti aerei ad Aleppo per sei settimane in un cessate il fuoco di prova
De Mistura ha precisato che non è ancora chiaro quando il cessate il fuoco entrerà in vigore, ma che «si tratta di un segnale di speranza». Le forze governative siriane hanno condotto pesanti bombardamenti ad Aleppo il 17 febbraio, quando più di cento soldati e ribelli sono stati uccisi nei combattimenti.

02 – Ucraina, i ribelli filorussi prendono il controllo della città strategica di Debaltseve

I separatisti filorussi, che rivendicano l’indipendenza dell’est dell’Ucraina dal governo di Kiev, stanno prendendo in queste ore il controllo di Debaltseve, la città strategica nel centro del Donbass dove da giorni l’esercito e i ribelli combattono nonostante l’accordo di cessate il fuoco. Centinaia di soldati ucraini si stanno ritirando dalle loro postazioni dopo aver passato l’ultima settimana in condizioni di assedio.
«Il ritiro delle forze di sicurezza da Debaltseve sta avvenendo in modo organizzato», ha dichiarato Semen Semenšenko, un deputato ucraino che guida l’unità paramilitare filogovernativa Donbass, anche se «il nemico sta cercando di tagliare la strada e bloccare l’uscita dei soldati».
Intanto, nella giornata di ieri gli Stati Uniti hanno accusato la Russia di violare il cessate il fuoco nell’est del Paese. Il vicepresidente statunitense Joe Biden ha dichiarato che se Mosca continuerà a violare l’accordo di Minsk «i costi per la Russia aumenteranno». Ieri il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, di cui la Russia fa parte, ha chiesto in modo unanime di cessare immediatamente le ostilità nell’est dell’Ucraina, e questa mattina i separatisti filorussi hanno annunciato l’avvio del processo di ritiro delle armi pesanti.

03 – Liberia, riaperte decine di scuole chiuse a causa dell’epidemia di Ebola

In Liberia, tra lunedì e martedì, decine di scuole sono state riaperte per la prima volta dopo sei mesi, dopo la chiusura decisa lo scorso agosto per evitare la diffusione del virus Ebola
Secondo il viceministro dell’istruzione, Remses Kumbuyah, nelle scuole sono stati distribuiti più di cinquecento kit con termometri e disinfettanti per lavarsi le mani. Inoltre, è stato chiesto ai presidi di fare in modo che in ciascuna classe non ci siano più di cinquanta studenti, per favorire un ambiente più sano ed evitare il ritorno dell’epidemia. Oltre al controllo della temperatura corporea, agli studenti è stato chiesto di entrare e uscire dagli istituti in fila e senza toccarsi. 
Le autorità vorrebbero che le scuole fossero tutte riaperte entro il 2 marzo, anche se alcune sono ancora chiuse. Durante i sei mesi di sospensione circa un milione di studenti hanno seguito le lezioni via radio.

04 – Malawi, approvata la legge «bambine, non spose»: matrimonio vietato prima dei 18 anni di età

Una legge che vieta di contrarre matrimonio prima dei 18 anni di età è stata approvata dal parlamento del Malawi, un paese dove circa la metà delle ragazze diventano spose ancora minorenni.
«È fondamentale – ha detto dopo il voto la deputata Jessie Kabwila – sostenere le donne, ma non possono affermarsi se non sono istruite». Spesso le ragazze che si sposano da minorenni abbandonano la scuola anche a causa delle politiche contraccettive pressoché inesistenti nel paese. 
Le nuove norme, inserite nel Marriage, Divorce and Family Relations Bill, dovranno essere promulgate entro tre settimane dal presidente Peter Mutharika. Fino a oggi in Malawi non poteva contrarre matrimonio chi non aveva ancora compiuto i 16 anni di età, mentre per i quindicenni serviva un’autorizzazione dei genitori.

05 – I cambiamenti climatici minacciano la sicurezza alimentare

L’accelerazione dei cambiamenti climatici e il loro impatto sulla produzione agricola comporterà grandi trasformazioni sociali nei prossimi anni per nutrire una popolazione mondiale in crescita.
È l’allarme dei ricercatori riuniti a Madrid per la conferenza scientifica annuale della American Association for the Advancement of Science. Secondo gli studi più recenti la produzione alimentare dovrà raddoppiare nei prossimi 35 anni per nutrire una popolazione mondiale di 9 miliardi di persone stimate nel 2050, rispetto ai 7 miliardi di oggi. «Se si valuta la produzione di cereali dal 2000 al 2050 – ha dichiarato il direttore del Laboratorio nazionale per l’agricoltura e l’ambiente statunitense, Jerry Hatfield – dovremmo produrre la stessa quantità di cibo prodotto negli ultimi 500 anni».

Copertina: “Liberian students” by USAID – http://gemini.info.usaid.gov/photos/displayimage.php?album=789&pos=0. Licensed under Public Domain via Wikimedia Commons