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Luserna, al via i test sulla centrale a biomasse

Sono iniziati i test sulla centrale a biomasse a Luserna San Giovanni. Domenica 14 febbraio il comignolo della centrale fumava ma passerà ancora del tempo perché lo faccia in modo continuativo. Il sindaco del comune, rappresentante legale della salute pubblica, spiega a che punto siamo.

«L’atto autorizzativo unico ha ormai due anni ed è stato rilasciato dalla provincia di Torino. Il comune di Luserna non poteva entrare nel merito di quell’atto e dell’attribuzione del permesso di costruire la centrale. Il comune ha quindi voluto sapere esattamente quali erano le condizioni attuali dell’aria. Noi abbiamo fatto due rilevazioni tramite l’Arpa, una nel mese di luglio e una nel mese di dicembre. Quella dicembre ha ritardato la fase di avviamento della centrale di circa un mese. Ora abbiamo i dati di luglio e tra poco dovrebbero arrivare quelli delle misurazioni fatte a dicembre. Mercoledì 9 marzo alle 18 al Teatro Santa Croce di Luserna alta faremo un incontro pubblico con i tecnici Arpa (dott. Lollobrigida e dott. Cuccato) che ci daranno indicazioni sulle rilevazioni effettuate con le centraline temporanee e sul monitoraggio che avverrà di continuo nella centrale. Facciamo questo per capire chi esattamente sarà l’addetto al controllo e alla verifica costante del monitoraggio e del funzionamento dell’impianto».

Giovedì 21 gennaio il comitato Luserna attiva – che da anni si oppone alla costruzione – ha chiesto al comune di effettuare una visita nel sito insieme al sindaco Duilio Canale, ai proprietari, e ad alcuni consiglieri comunali.

«Abbiamo svolto la visita con i proprietari, i soggetti attuatori, in due fasi. Siamo prima andati nel punto di stoccaggio, triturazione e cippatura del legno in un prato a Pralafera di proprietà dell’azienda agricola Merlo e poi siamo andati all’interno dell’impianto. I tecnici della Città Metropolitana hanno illustrato i meccanismi che serviranno per la produzione di energia elettrica e di acqua calda [visto che la centrale avrà la doppia funzione di produzione di energia elettrica per 940 KWh netti e di acqua calda per il teleriscaldamento, ndr]. Ci siamo fermati anche a vedere quale sarà il meccanismo che farà da remoto il monitoraggio continuo sull’emissione dei fumi. Io, come responsabile legale della salute pubblica, devo capire come vengono fatti i monitoraggi e com’è la nostra qualità dell’aria. Il 9 marzo cercheremo di far capire tutto questo alla popolazione».

Uno studio del 2013 del Politecnico di Milano spiega come funziona e quanto costa una centrale a biomasse tipo quella di Luserna San Giovanni.

La legna arriverà prevalentemente dalla val Pellice: «Queste centrali dovrebbero funzionare su un bacino legnoso locale. E’ tutto legname non pregiato che va dallo Strobus alle ramaglie di Castagno che viene accatastato a Pralafera. Parecchi magazzini o artigiani che lavorano legno trasporteranno poi i residui di lavorazione lì. Tutto verrà triturato a Pralafera per 3-4 giorni al mese e bruciato nella caldaia della centrale. L’atto autorizzativo unico rilasciato dalla Città Metropolitana è un atto per un impianto a cogenerazione quindi dovrà produrre acqua calda e distribuirla. Noi saremmo obbligati a permettere il passaggio delle tubazioni sul territorio e dove romperanno dovranno aggiustare, ma ad oggi non ho richieste di autorizzazioni di distribuzione di acqua calda su Luserna. In questi giorni l’Arpa sta installando e collaudando il sistema che monitorerà continuamente le polveri sottili e nell’incontro di mercoledì ci faremo spiegare nel dettaglio questo meccanismo».

Foto Diego Meggiolaro