Sfogliando i giornali del 10 febbraio

01Lampedusa, sono almeno 29 le vittime del naufragio

Almeno 29 persone sono morte nel naufragio avvenuto ieri al largo di Lampedusa, ed è stato confermato che la causa è l’ipotermia. Secondo la guardia costiera il numero delle vittime potrebbe aumentare, perché non è ancora stato possibile ricostruire l’esatto numero delle persone presenti. Secondo la sindaca di Lampedusa, Giusi Nicolini, la chiusura dell’operazione di pattugliamento delle coste siciliane Mare nostrum ha aumentato il rischio di morti in mare: «Mare nostrum era una soluzione di emergenza a una crisi umanitaria, chiuderla è stato un enorme e intollerabile passo indietro». Mare nostrum è stata sostituita l’anno scorso dall’operazione Triton, nonostante l’appello di numerose associazioni per i diritti umani e le critiche espresse, tra gli altri, anche dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha parlato di «orrore al largo di Lampedusa» e di «conseguenze del dopo Mare Nostrum». La procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta sul naufragio.

02 – Malesia, confermata la condanna al leader dell’opposizione

La corte suprema della Malesia ha confermato la condanna a cinque anni di carcere per il leader dell’opposizione Anwar Ibrahim, ritenuto «colpevole di sodomia». L’appello presentato dai legali di Anwar contro il verdetto di un tribunale del marzo 2014 è stato respinto, e la condanna impedisce all’ex vicepremier di ricoprire cariche politiche e di partecipare alle prossime elezioni previste per il 2018. Il 67enne Anwar Ibrahim è alla guida di un’alleanza di tre partiti che si oppone al governo del primo ministro Najib Razak. La vicenda parte nel 2008, quando Anwar è stato ritenuto colpevole di aver avuto rapporti sessuali con un suo ex assistente. La sodomia è considerata illegale in Malesia, paese a maggioranza musulmana, ma raramente i casi finiscono in tribunale.

03 – Sud Sudan, salta la tregua: bombardata dai ribelli una città nel Sud Sudan

È stato violato l’accordo di cessate il fuoco in Sud Sudan: questa mattina i ribelli, guidati dall’ex vicepresidente Riek Machar, hanno bombardato alcune sedi governative nella città petrolifera di Bentiu, nel nord del paese. Il ministro della difesa, Kuol Manyang, ha promesso una risposta militare. È fallita quindi l’intermediazione da parte degli Stati Uniti, che doveva rendere esecutivo l’accordo firmato la settimana scorsa, il settimo dall’inizio del conflitto nel dicembre del 2013. Bentiu è considerata una città particolarmente a rischio, perché nel suo territorio sono ospitati circa 53.000 civili in un campo delle Nazioni Unite. Secondo la responsabile Onu per gli Affari umanitari, Valerie Amos, «è necessario procedere con l’embargo sulle armi in Sud Sudan».

04Stati Uniti, la Corte Suprema dà il via libera alle nozze gay in Alabama

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto la richiesta dello stato dell’Alabama di negare le licenze nuziali a gay e lesbiche in fila davanti agli uffici comunali. L’Alabama diventa quindi il 37° stato degli Stati Uniti in cui il matrimonio tra persone dello stesso sesso è legale. Con la decisione del giudice della corte federale è stato dichiarato incostituzionale il divieto introdotto nel 2006, e affermato che i giudici hanno un dovere legale di concedere licenze di matrimonio alle coppie che lo richiedono. La sentenza è entrata in vigore ieri, lunedì 9 febbraio, nonostante il tentativo del giudice della corte suprema dell’Alabama Roy Moore di obbligare i funzionari distrettuali a «non autorizzare licenze di matrimonio in contraddizione con la costituzione dello stato». Alcune coppie in attesa di ricevere la licenza hanno passato la notte davanti agli uffici pubblici delle contee per essere le prime a ottenere il permesso di sposarsi.

05 – Diritti negati ai bambini messicani negli Stati Uniti

Secondo il Wola, Washington Office on Latin America, organizzazione non governativa con sede negli Stati Uniti, soltanto il 4,5% dei minori di nazionalità messicana che riescono a passare la frontiera con gli Stati Uniti riescono a ottenere un permesso di permanenza nel paese, come dovrebbe essere previsto dalla stessa legislazione statunitense in materia. Nel 2013, dichiara il Wola nel suo ultimo rapporto, almeno 17.000 minori messicani hanno attraversato il confine nord, e di questi soltanto 750 sono stati trasferiti all’Ufficio per il reinsediamento dei rifugiati, in base a quanto previsto dal Typra, il Trafficking victims protection reauthorization act. Secondo un rapporto dell’Unicef le violenze nel nord del Messico spingono ogni anno migliaia di bambini a lasciare il paese. E gli omicidi di bambini sono più che raddoppiati fra il 2007 e il 2013.

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