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Il vescovo di Pinerolo rinnovato fino al 2017

Pier Giorgio Debernardi ha già superato i 75 anni, momento in cui i sacerdoti vanno in pensione. Ma due giorni fa, con una lettera che ha inviato al clero della diocesi pinerolese, ha comunicato che rimarrà alla guida del vescovado fino al 2017.

«Io pensavo di concludere il mio servizio pastorale a marzo di quest’anno, un anno in più di quanto prevede il codice di diritto canonico. Avrei dovuto terminare la mia attività un anno fa ma mi hanno chiesto di restare», dichiara Debernardi. Venerdì scorso, 22 gennaio, ha ricevuto la visita del Nunzio Apostolico in Italia, monsignor Adriano Bernardini, il rappresentante del Papa per le diocesi in Italia e «ho avuto la sorpresa della rinnovata richiesta di Papa Francesco che mi chiedeva di stare alla guida di Pinerolo ancora due anni fino al 2017, se ne avessi avuto la voglia e le forze. Sono stato molto contento della richiesta e ho accettato volentieri».

Perché ha accettato?

«Ho detto un sì davvero convinto e contento. Mi sento legato a questo territorio e alle persone che vi abitano e poi avrò ancora un po’ di tempo per consolidare alcuni progetti come la catechesi di iniziazione cristiana per bambini e ragazzi passando da un’impostazione di tipo scolastico ad una di tipo più esperienziale. Ne abbiamo parlato anche con i pastori valdesi che anche loro hanno qualche preoccupazione per la formazione cristiana di bambini e ragazzi».

E poi?

«Mi piacerebbe terminare la ristrutturazione di alcune case parrocchiali e di spazi per attività pastorali in alcune parrocchie dove questi locali richiedono interventi urgenti. Ma quello che mi sta più a cuore è il dialogo interreligioso: l’aver percorso in questi anni un cammino ecumenico molto fruttuoso. Questa esperienza ci aiuta a superare ancora di più le difficoltà presenti nel dialogo interreligioso per farlo diventare davvero sereno, senza paure, con l’intento di far comprendere che ogni religione, degna di questo nome, è sempre portatrice di legami di fraternità e di pace. Penso che il percorso ecumenico fatto insieme ci aiuti ancora di più ad essere lucidi e forti a intraprendere il dialogo interreligioso».

Debernardi, originario di Feletto Canavese è alla guida della diocesi di Pinerolo dal 1998. Da allora ha sempre lavorato fianco a fianco alla chiese valdesi. Tra i più recenti, l’impegno comune per l’emporio solidale di Pinerolo. Fu determinante la sua mediazione e il suo lavoro per l’organizzazione e l’incontro storico di Papa Francesco al Tempio valdese di Torino lo scorso giugno, come raccontò alle nostre telecamere.

La scorsa settimana si trovava in Burkina Faso in missione umanitaria durante gli attacchi terroristici di Ouagadougou.

La sua nuova scadenza, a meno di ulteriori rinnovi, cadrà nel 2017, anno dei cinquecento anni dalla Riforma Protestante.

«Papa Francesco sa benissimo che vivo in un territorio in cui il cammino ecumenico iniziato da decenni, grazie a Dio, comincia a dare i suoi frutti. Sono contento di vivere l’evento e la memoria dei cinquecento anni da Riforma qui con i valdesi. L’ho scritto e ribadito anche nella mia lettera pastorale alla diocesi di Pinerolo che scrivo all’inizio di ogni anno ecclesiastico. Ho sottolineato il ricordo dei cinquecento anni da vivere insieme in forma ecumenica. Questa data e questo ricordo ci interpella e ci fa sentire che se non c’è una continua conversione e un continuo andare ‘verso Cristo’ nella ricchezza dell’unico battesimo, il nostro cammino ecumenico diventa fragile. Questa data ha una valenza particolare non solo per le Chiese evangeliche ma anche per la Chiesa cattolica e in particolare per noi del pinerolese.

Per quanto riguarda l’attualità, il ddl Cirinnà sulle unioni civili divide la Chiesa cattolica, lei cosa ne pensa?

«Dico che non bisogna aver fretta di fare le cose. Sui diritti individuali io non avrei dubbi. Quel che vedo ancora molto confuso nella legge sono i desideri individuali che a volte non collimano con le vere esigenze dei figli».

Non crede però che in Italia alcune persone abbiamo aspettato già troppo tempo per vedere riconosciuti dei diritti che in altri paesi d’Europa sono già assodati da tempo?

«Sono pienamente convinto che una legge e una regolamentazione ci voglia. Chiedo solo che non ci sia l’urlo delle piazze perché non serve. Ci vuole una voce pacata perché insieme si ragioni e si approfondiscano valori umani prima ancora che cristiani».

Le piazze arcobaleno di domenica scorsa sono state molto pacate, ora vedremo se quelle del Family Day di domenica prossima lo saranno altrettanto.

Ascolta l’intervista completa su Radio Beckwith

Foto Pietro Romeo