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Seminare allegrezza

Tu fai sgorgare canti di gioia dall’oriente all’occidente
(Salmo 65, 8)

Il carceriere si rallegrava con tutta la sua famiglia, perché aveva creduto in Dio
(Atti 16, 34)

Canti di gioia? E perché mai dovremmo gioire e rallegrarci? Anche se viviamo una relativa calma e un cauto benessere nella zona del mondo che abitiamo, ci angoscia un crescendo di situazioni intollerabili: la miseria di gran parte dell’umanità con ingiustizie e disparità incredibili. Guerre sempre più micidiali, genocidi, distruzione dell’ambiente, odio crescente per chi è diverso. Milioni di persone fuggono dalla fame, dalla guerra, dall’odio, decine di migliaia muoiono in questa fuga. E chi ha il potere effettivo non fa nulla per evitare tutto ciò.

I canti di gioia non sgorgano né in Oriente né in Occidente. Dunque la Scrittura è bugiarda o perlomeno ingenua ed illusa? O Dio non fa sgorgare più nulla, o non ne ha più la forza, travolto dalla malvagità di quell’essere che ha pensato di creare a sua immagine?

“Dov’è il tuo Dio?” chiedono al Salmista i suoi nemici.

Noi osiamo credere che la gioia possa esistere ancora e che le parole di un altro salmista siano vere: “Tutte le fonti della mia gioia sono in Te”. Vogliamo riscoprire dentro di noi, attorno a noi, nella creazione di Dio, e in ogni persona che incontriamo sul nostro cammino le gocce di questa felicità che affiorano come sorgenti d’acqua preziose in un terreno arido. Questa è la fede in Dio, non l’adesione a una dottrina o a convinzioni non negoziabili, ma l’accettazione della vita anche con le sfaccettature negative, perché la vita è nelle mani di Dio, che non è morto, ma vive e ci fa vivere anche oltre il tempo che ci tocca su questa terra, sia un giorno, siano cent’anni.

Se abbiamo incontrato questo Dio nella nostra esistenza dobbiamo fare fronte comune e imparare, con la guida del Suo Spirito, a parlare di gioia, seminare allegrezza, condividere felicità, costruire occasioni di festa: è un capovolgimento totale delle nostre tendenze, delle nostre abitudini, di tutto quello che ci sembra di avere appreso dalla vita. È la conversione, lo scoprire che anche nelle situazioni peggiori nulla può separarci dall’amore di Dio. 

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