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Nuovo afflusso di rifugiati in Uganda

Dal gennaio 2016, l’Uganda ha registrato un significativo aumento del flusso di rifugiati provenienti dal Sudan del Sud a causa della ripresa dei combattimenti in quel paese. Dall’inizio dell’anno, il punto di raccolta dei rifugiati nella città di Elegu, nella regione settentrionale dell’Uganda, ha registrato 5.026 nuovi arrivi. È quanto riferisce Jesse Kamstra, rappresentante del Programma in Uganda della Federazione luterana mondiale (Flm). L’Onu stima che circa 500 persone attraversano il confine posto in Nord Uganda ogni giorno.

Questi ultimi arrivi si aggiungono ai 172.411 rifugiati sudsudanesi giunti a partire dal dicembre 2013, quando scoppiò il conflitto nel Sud Sudan, e distribuiti nei distretti di Arua, di Adjumani, di Kiryandongo, e a Kampala, secondo i dati forniti dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) il 1° dicembre 2015.

La Federazione luterana mondiale ha fornito assistenza ai rifugiati nel distretto di Adjumani da quando la crisi è iniziata nel 2013. Inoltre ha garantito lo spostamento dei rifugiati da Elegu al centro di accoglienza di Nyumanzi, garantendo loro i beni di prima necessità. In una prospettiva a medio termine, l’intervento della Flm mira a rendere i rifugiati autosufficienti promuovendo l’acquisizione di mezzi di prima necessità, azioni contro la violenza sessuale e di genere, il sostegno psicosociale, la tutela dei minori e i servizi per la comunità.

Violenze in corso nonostante l’accordo di pace

Nonostante l’accordo di pace firmato nell’agosto 2015 in Sud Sudan per porre fine ai 21 mesi di conflitti violenti, l’afflusso di rifugiati in Uganda continua.

Oltre al conflitto spingono migliaia di sudsudanesi nel paese vicino: la fame, dovuta allo scarso raccolto; una significativa svalutazione delle sterline sudsudanesi che ha portato a far alzare il costo della vita per la popolazione già vulnerabile; la presenza di gruppi di ribelli che terrorizzano i civili; la diffusa paura dovuta all’incertezza che avvolge l’intero processo di pace.

«La situazione del flusso dei rifugiati in Uganda è destinata ad aggravarsi» ha riferito Kamstra. Ciò è particolarmente vero per l’insediamento di Maaji che, aperto alla fine del 2015, a breve sarà completamente saturo. «È necessaria un’iniziativa congiunta della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Unhcr e dei suoi partner che formuli un piano per stabilire altre forme di insediamento e per accogliere le persone che arriveranno nei prossimi mesi. Occorre un maggiore sostegno di tutti per gestire questa crisi», ha aggiunto Kamstra.

Fonte: Flm

Foto: LWF/ M. Renaux