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Dialogo. Insediato al Viminale un nuovo Consiglio per le relazioni con l’Islam

Coordinatore del neo-insediato “Consiglio per le relazioni con l’islam italiano”, un organismo con funzioni consultive sulle questioni relative alla presenza in Italia di comunità musulmane, è il valdese Paolo Naso, docente di Scienza politica alla Sapienza – Università di Roma, e coordinatore della Commissione Studi della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei). Il nuovo Consiglio, presieduto dal ministro Angelino Alfano, si è insediato ieri 19 gennaio al Viminale.

«Scopo dell’iniziativa è elaborare delle proposte sulla delicata materia dei rapporti tra lo Stato e la comunità islamica – ha spiegato Paolo Naso -. Una questione spinosa che da oltre dieci anni sopravvive in un limbo di incertezza. Il momento è difficile ma dobbiamo riconoscere che i musulmani in Italia incontrano serie difficoltà nell’esercizio del culto, oltretutto subendo i contraccolpi disastrosi del terrorismo di matrice islamica e rimanendo vittime di campagne di denigrazione e discriminazione che uno stato democratico non può tollerare. Il gruppo di consulenti nominato dal ministro dovrà quindi lavorare sul piano della conoscenza, dell’analisi e della proposta per superare queste criticità». Da una nota del ministero si evince che «l’iniziativa avrà, inoltre, un ruolo forte nell’ambito del processo di conoscenza dell’islam in Italia e nell’individuazione delle principali problematiche, per la formazione di un islam italiano, rispettoso delle leggi e rispettato nella sua peculiarità».

Alla prima riunione – svoltasi in un clima di particolare cordialità – hanno partecipato anche il sottosegretario Domenico Manzione e vari dirigenti del ministero. Il Consiglio è composto da docenti ed esperti della cultura e religione islamica, individuati in ragione delle specifiche competenze, tra cui figurano i sociologi Enzo Pace, Stefano Allievi e Annalisa Frisina, gli islamologi Ida Zilio Grandi, Sherazade Husmand, Massimo Campanini e Francesco Zannini.

«Il Consiglio – ha affermato il ministro Alfano in una nota – avrà il compito di fornire pareri e formulare proposte in ordine alle questioni riguardanti l’integrazione della popolazione di cultura e religione islamica in Italia. Il rispetto e la collaborazione tra le identità culturali e religiose presenti in Italia devono, infatti, costituire la premessa per un dialogo che arricchisca la democrazia, promuovendo le ragioni della pace, della coesione sociale e dell’unità, e che favorisca una comunità di intenti con tutti coloro che, pur provenendo da Paesi, culture, religioni e tradizioni diverse, intendono contribuire allo sviluppo pacifico e alla prosperità del nostro Paese, nel pieno rispetto delle nostre leggi e della nostra tradizione cristiana e umanistica».

Per Alfano la fase di dialogo non potrà prescindere dal coinvolgimento dei prefetti sul territorio nell’ottica «di incentivare la coesione e la condivisione di valori e diritti».

Foto di David Evers, con licenza CC BY-SA 2.0,  via Flickr