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La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2016 incentrata sull’annuncio

«La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (Spuc) ha più di cent’anni di vita, se prendiamo come data di inizio l’Ottavario di preghiera per l’unità istituito nel 1908 da Paul Wattson. Nel corso degli anni è diventata un appuntamento imprescindibile per la maggior parte delle chiese cristiane del mondo», ha dichiarato all’Agenzia stampa Nev il pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. A fare da filo rosso alla prossima Settimana di preghiera – che si celebra in tutto il mondo dal 18 al 25 gennaio – sarà il versetto: «Chiamati per annunziare a tutti le opere meravigliose di Dio», tratto da I Pietro 2,9. L’evento ecumenico internazionale è promosso congiuntamente dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) e dal Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (Pcpuc). «Il tema della Settimana di preghiera di quest’anno è in sintonia con quanto hanno affermato, nel giugno scorso, papa Francesco e il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, nel corso della storica visita del papa alla chiesa valdese di Torino. Entrambi – ha proseguito Negro – hanno sottolineato che l’impegno ecumenico oggi include anche l’annuncio comune del Vangelo in una società sempre più secolarizzata».

Quest’anno la proposta di preghiera e di riflessione arriva dalla Lettonia. Com’è consuetudine anche in Italia la Spuc verrà celebrata in numerose città coinvolgendo cristiani di diverse tradizioni: previsti scambi di pulpito tra chiese evangeliche, ortodosse e cattoliche, ma anche veglie, celebrazioni ecumeniche, conferenze, dibattiti, incontri di corali e di giovani. L’edizione italiana del materiale liturgico e omiletico proposto dalle chiese lettoni è curata dalla Società biblica in Italia (Sbi) che ha anche approntato un apposito opuscolo: l’introduzione è a cura di mons. Bruno Forte (Commissione Cei- Ecumenismo e Dialogo); del pastore Massimo Aquilante (Fcei – Federazione chiese evangeliche in Italia); del metropolita Gennadios (Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia e di Malta ed Esarcato per l’Europa Meridionale). «Abbiamo fatto della Settimana una sorta di gabbia dorata, di ghetto spirituale – ha concluso Negro –: una volta all’anno ci ricordiamo di pregare insieme per l’unità, dovremmo invece farlo regolarmente. Se crediamo davvero all’impegno ecumenico, occorre moltiplicare le occasioni di testimonianza e di servizio comune nella nostra società, operando insieme per la giustizia, la pace e la salvaguardia del Creato».

Foto via Pixabay