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La scuola si governa con la democrazia

Patrizia Revello, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo “Edmondo De Amicis” che amministra nove scuole – quattro dell’infanzia, quattro primarie e una media – tra Luserna San Giovanni, Lusernetta e Bricherasio è stata condannata dal Tribunale di Torino per comportamento antisindacale. In particolare, per non aver concesso una riunione sindacale chiesta dai lavoratori e dalle lavoratrici.

Con sentenza del 23 dicembre, il giudice del lavoro del tribunale di Torino, la dott.ssa Fierro, ha condannato Patrizia Revello ai sensi dell’art.28 della legge 300 del 1970 (lo Statuto dei lavoratori) che garantisce per legge il diritto dello svolgimento di riunioni sindacali all’interno dei luoghi di lavoro.

Il 26 ottobre 2015 le Rsu e le organizzazioni sindacali dei lavoratori Ata, il personale amministrativo, tecnico e ausiliario dell’Istituto “E. De Amicis” hanno chiesto alla dirigente l’autorizzazione per la convocazione di un’assemblea sindacale. Da parte della dirigenza non è arrivata nessuna risposta, l’assemblea non si è potuta tenere, il diritto dei lavoratori è stato negato e la legge evasa.

«Abbiamo chiesto più volte che fosse rispettato un diritto sindacale, ma non abbiamo mai avuto risposta», dichiara Igor Piotto, segretario provinciale dei lavoratori della cultura della Flc Cgil di Torino.

«Durante il dibattimento la giudice – continua Piotto – ha detto che aveva poco da dire dato che erano stati palesemente violati i diritti sindacali. L’imputata non ha dichiarato nulla, i suoi legali si sono difesi dicendo che i delegati sindacali avrebbero dovuto chiedere alla dirigenza spiegazioni e creare le condizioni insieme alla dirigenza affinché si svolgesse l’assemblea. Però non funziona così. Il lavoratore non deve creare le condizioni per richiedere l’esercizio di un diritto. Se è un diritto è un diritto punto. Un’assemblea sindacale è un diritto, si chiede e, per legge, si deve ottenere. Infatti la giudice ci ha dato ragione in merito all’articolo 28 della legge 300 del 1970 dopo un dibattimento molto breve».

Patrizia Revello è stata condannata al pagamento di 2.000 euro di multa e per legge la sentenza della condanna deve rimanere esposta nella bacheca sindacale dell’Istituto in modo che sia accessibile e leggibile da tutti.

Vi avevamo già parlato in altre occasioni di questioni e controversie nate tra genitori, insegnanti e la dirigenza scolastica (non riguardanti questo fatto specifico). Dall’inizio dell’anno scolastico i fatti sono stati svariati: i problemi di inizio anno, le denunce dei genitori ripetute, i carabinieri nell’istituto.

A Luserna i rapporti con la dirigente Revello sono sempre più tesi. Da parte dell’Ufficio scolastico regionale non è arrivato alcun commento e non sono reperibili per una dichiarazione, così come la direttrice Revello.

«Dalla sentenza emerge l’inerzia della dirigente ed è quello che abbiamo rilevato anche noi in questi mesi: cose fatte in ritardo, risposte non date ai genitori, azioni che spesso hanno creato disagio e mancanza di comunicazioni. L’ispezione da parte dell’Ufficio Scolastico regionale che abbiamo chiesto è stata fatta ma dalla Regione non ci fanno conoscere gli esiti e i risultati del controllo. Anche da parte loro c’è una grave mancanza di comunicazione e attenzione sulla vicenda», ricorda Alberto Piergiovanni, presidente del Consiglio d’Istituto “De Amicis” e rappresentante dei genitori.

Ascolta l’intervista su Rbe

Foto Diego Meggiolaro