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Fiesole rende omaggio al suo cittadino Giorgio Spini

Era il 18 gennaio di 10 anni fa e l’Agenzia stampa NEV dava questa notizia: “L’ultimo saluto a Giorgio Spini si è svolto in una chiesa gremita. Lunedì 16 gennaio alle ore 15, la chiesa valdese di via Micheli a Firenze conteneva a malapena le persone accorse da tutta la penisola per celebrare i funerali di uno dei massimi storici del Novecento. Giorgio Spini, metodista, studioso di fama internazionale, si è spento sabato 14 gennaio all’età di 89 anni, dopo una vita dedicata alla storia, all’impegno politico e alla fede evangelica”.

Ora, a 10 anni dalla sua scomparsa, il Comune di Fiesole, il «suo» comune – che nel 2012 gli ha dedicato un Largo per rendere omaggio al suo «illustre cittadino, combattente della Liberazione e straordinario intellettuale, per anni attivo nella vita politica» – ha deciso di commemorare la figura dello storico. «Una biografia che abbiamo non solo il diritto, ma il dovere di tramandare ai giovani, anche per la modernità della sua impostazione culturale», ha detto il figlio, Valdo Spini – già ministro della Repubblica – e presidente della Fondazione Circolo Rosselli, tra i promotori dell’evento insieme alla RAI della Toscana.

Non solo generazioni di studenti italiani hanno studiato sul suo manuale di storia, ma fu anche mediatore della cultura anglosassone verso l’Italia: è in gran parte grazie a Giorgio Spini che ci si rese conto come l’800 italiano fosse stato un «secolo protestante», e grazie a lui è stato messo in rilevo il nesso tra la cultura liberale e il protestantesimo. Nato a Firenze nel 1916, Spini ha insegnato in Italia, nelle Università di Messina e Firenze, e negli Stati Uniti presso l’Università di Harvard.

A dieci anni esatti dalla sua scomparsa il Comune di Fiesole renderà dunque omaggio all’eredità storica, culturale e civile di colui che fu un importante esponente dell’evangelismo italiano. Il programma prevede la proiezione della lezione di Spini dedicata a «Michelangelo politico a Firenze», realizzata nel 1982 da RAITRE Toscana, a cui seguiranno gli interventi di Paolo Naso, Sandro Rogari e Marcello Verga. Ad introdurre la serata saranno il sindaco di Fiesole Anna Ravoni; il direttore RAI Toscana Andrea Jengo; nonché Valdo Spini, che ha sottolineato: «Ritengo importante per un paese come l’Italia ricordare la vita e le opere di un uomo come Giorgio Spini. Innanzitutto per la testimonianza di fede che espresse come credente cristiano e protestante. Questa stessa testimonianza gli consentì di essere ponte culturale sia per far comprendere in Italia cosa fosse l’Europa della Riforma, sia per disegnare il retaggio delle correnti religiose che avevano dato vita a quelli che diventarono gli Stati Uniti d’America. Non ha vissuto abbastanza per vedere la vittoria di Obama negli USA, ma certo, questa è stata una conferma di molte delle sue impostazioni storiografiche». Valdo Spini ricorda come il padre, dopo l’8 settembre 1943, si era fortunosamente messo al sicuro a Bari nell’Italia liberata: «Ma volle riprendere il cammino della guerra di Liberazione, da Orvieto a Belluno fino al maggio 1945. Militante politico appassionato – prima nel partito d’Azione, poi in Unità socialista, quindi in Unità Popolare e poi nel PSI – nonostante fosse uno dei più grandi storici italiani fece sempre il “soldato semplice”, eccettuato il servizio reso per quindici anni come consigliere comunale nel PSI di Fiesole dal 1975 al 1990». Concludendo, Valdo Spini ricorda che il padre fu membro della Tavola valdese (l’organo esecutivo dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi), e rappresentò anche le Assemblee di Dio nella loro trattativa con lo Stato italiano per arrivare all’Intesa.

Riportiamo qui il messaggio di cordoglio di 10 anni fa scritto dell’allora presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Gianni Long, anch’egli ormai scomparso, che così recitava: «Giorgio Spini è stato presidente del secondo Congresso evangelico italiano tenutosi nel 1965, da cui è poi nata la Federazione delle chiese evangeliche, due anni dopo. Come storico Giorgio Spini è stato colui che – grazie ai numerosi libri scritti sul rapporto tra protestanti e l’Italia dal Risorgimento al ‘900 – ci ha dato la nostra identità, inserendo le piccole storie delle singole chiese nel quadro complessivo della storia nazionale. E non possiamo dimenticarci neanche come Spini, all’età di 70 anni, quando era un personaggio già famoso, aveva deciso di diventare predicatore locale, dimostrando uno spirito di servizio verso la propria comunità. Giorgio Spini è stato anche un ponte verso tutto l’evangelismo italiano, facendo fra l’altro parte delle commissioni che hanno trattato le Intese con lo Stato; non solo della propria chiesa, quella valdese e metodista, ma anche di altre chiese evangeliche».

L’appuntamento è per giovedì, 14 gennaio alle 21 a Fiesole, Piazza Mino 26, Sala del Basolato.

Foto Pietro Romeo