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Profughi: i gioielli di famiglia per accedere ai welfare?

Su alcuni quotidiani italiani e sui maggiori giornali del mondo è comparsa una notizia che, in tema di immigrazione, appare incredibile: pare che in Danimarca, paese che l’Onu classifica al primo posto mondiale per la qualità della vita, paese a grande maggioranza protestante, il Folketing (Parlamento) stia per discutere una proposta di legge allucinante. In pratica si dice ai profughi e migranti che per poter usufruire del generoso welfare statale danese (servizi, salute, scuola, sussidi…) devono dare in cambio i gioielli preziosi in loro possesso, escluse eventualmente le fedi matrimoniali e oggetti di particolare valore famigliare. Se si pensa ai barconi e ai bambini annegati nel Mediterraneo, la proposta appare oscena. Anche perché è stato detto che le leggi in vigore già prevedono una procedura simile per i cittadini del Regno. Falso, dal momento che i ricchi che chiedono aiuti al welfare non devono certo regalare allo Stato un po’ di argenteria, ma disfarsi di grandi patrimoni come investimenti bancari e immobili. Ma certamente anche da noi non manca chi (tanti) pensa che il welfare dovrebbe riguardare prima agli italiani poi, eventualmente, gli immigrati. E in Francia abbiamo visto quanto sia apprezzata la signora Marine Le Pen!

Il paragone è forse esagerato, ma come non ricordare che furono i nazisti, prima in Germania e poi nell’Europa occupata, a confiscare oro e oggetti personali di valore agli ebrei? E i denti quando erano cadaveri?

In Italia il Duce lanciò la campagna «oro per la Patria» chiedendo alle spose e madri di offrire le fedi in oro e mettere al dito un anello di ferro: la propaganda (come si può vedere dai film Luce) ebbe un gran successo al punto che ci si chiese: e le giovani non sposate che cosa potranno dare? Nel 1935, mentre Mussolini inaugurava la nuova città di Pontinia, sorta sulla bonifica della pianura acquitrinosa della costa laziale, in mezzo alla folla entusiasta, la milizia passava a raccogliere le fedi con l’elmetto…

Chi avrebbe mai pensato che la gabella imposta nel medioevo per varcare un ponte o macinare un po’ di grano sarebbe ricomparsa, oggi come allora sempre sulle spalle dei poveri? L’emigrante medievale doveva pagare un tassa sul capitale (!?) che portava con sé. Ancora una volta si ruba ai poveri per dare ai ricchi: il welfare, che dovrebbe servire ad aiutare chi non ce la fa, chiede a loro di sostenere chi ce la fa benissimo o quasi!

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