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Un gesto, molti nomi

Oggi parliamo di eucaristia. Ma anche di Cena del Signore. E pure di comunione. Vorrei infatti riprendere una lettera che abbiamo già avuto occasione di esaminare insieme, di un ascoltatore di Genova che, qualche tempo fa, scriveva: «Sono sempre stupito dalla varietà di nomi con cui i cristiani chiamano l’eucaristia, descrivendo gli stessi gesti e lo stesso sacramento. Io interpreto questa varietà come un segno di ricchezza, di abbondanza che però purtroppo i cristiani delle diverse chiese solo raramente riescono a mettere in comune…».

Sono pienamente d’accordo con il nostro ascoltatore: ci sono dei gesti così grandi, immensi, che nessuna definizione riesce a coglierne l’intero significato. Ogni nome rivela una verità diversa. Vediamone qualcuno!

Come evangelico il nome che preferisco è Cena del Signore. È un’espressione che richiama immediatamente la Bibbia: rimanda all’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli. E proprio come in quell’occasione, nelle chiese evangeliche ognuno riceve il pane e ognuno condivide il calice, come fece Gesù con i suoi discepoli nella notte in cui fu tradito. Nel nome Cena del Signore c’è poi un altro significato che mi pare molto bello: la Cena appartiene al Signore, non a una chiesa. Così, tutti coloro che si sentono invitati da lui hanno diritto di avvicinarsi. Nessuno può escludere qualcun altro, perché è il Signore colui che invita.

In alcune chiese evangeliche si usa anche l’espressione «Spezzare il pane insieme». È anch’esso un richiamo alla Bibbia, alla prima chiesa di Gerusalemme dove i credenti vivevano insieme e insieme spezzavano il pane. Non solo: questo è un nome che richiama esplicitamente il corpo spezzato e il sangue versato da Cristo sulla croce. È la comunione con Gesù che è morto per noi.

Ma anche il nome «Eucaristia», che normalmente un evangelico non userebbe, è bello e significativo. Significa rendere grazie. E quando si è insieme alla mensa del Signore non si può non avere dentro di sé un senso di riconoscenza per ogni dono ricevuto dal Signore stesso, per il suo perdono e la sua salvezza, per la nuova vita di amore e giustizia che ci offre. Non si può non dire: grazie!

E non si può nemmeno rinunciare a Comunione: il pane e il vino della Cena infatti li si prendono insieme, sono un gesto comunitario in cui ognuno mostra la sua fiducia in Cristo e tutti si riconoscono fratelli e sorelle gli uni delle altre.

Tanti nomi, tanti significati, tanta ricchezza. La sappiamo condividere? Anche in questo il nostro ascoltatore ha ragione: purtroppo fino a oggi le chiese cristiane hanno preferito vivere ognuna della propria povertà piuttosto che condividere le tante ricchezze che tutte insieme possiedono.

Foto di Pietro Romeo