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Napoli. Vinta la battaglia dei 5 richiedenti asilo esclusi dal programma di accoglienza

Stamane, alle 10.30 di fronte alla Prefettura di Napoli, si è svolta una conferenza stampa promossa da: l’associazione Acli; le chiese valdese, metodista, luterana, avventista, battista; don Gaetano Castello, responsabile del Servizio ecumenismo e dialogo della Diocesi di Napoli; l’Arcigay Antinoo di Napoli, per chiedere l’adempimento dell’ordinanza del Tar Campania che ha di fatto reintegrato nel programma di accoglienza dello Stato i cinque rifugiati espulsi nel mese di luglio dalla struttura di accoglienza «Villa Angela» di Terzigno (Napoli). L’estate scorsa, infatti, a seguito di una denuncia, poi rivelatasi non fondata, da parte del responsabile della struttura che li accoglieva, diciotto richiedenti asilo erano stati messi in strada ed esclusi dal programma di accoglienza. Tredici di essi furono poi reintegrati da parte della stessa Prefettura con la revoca del provvedimento, seguita alla pressione di chiese e associazioni in difesa dei fratelli rifugiati.

I cinque restanti, invece, sono stati accolti dalla chiesa valdese e dalla chiesa metodista, che li ospita presso la casa pastorale della chiesa metodista di Portici, poiché – a dispetto della sospensiva del provvedimento emessa dal Tar Campania il 18 novembre – la Prefettura, ad un mese di distanza, non ne ha ancora disposto il reintegro, nonostante i ripetuti solleciti formali ricevuti.

Dopo aver atteso in strada per più di un’ora, una delegazione, composta da: 3 rifugiati, un rappresentante dell’Arci, uno delle Acli, e la pastora valdese Thesie Müller, è stata ricevuta dalla vice prefetto con delega all’immigrazione, dr.ssa Gabriella D’Orso, che ha riferito che domani – al più tardi mercoledì – i cinque giovani rifugiati saranno accolti in una struttura di Napoli.

«Ce l’abbiamo fatta! – ha affermato con gioia e soddisfazione la pastora Mueller, contattata pochi minuti dopo l’incontro con la D’Orso –. Finalmente questi ragazzi saranno reinseriti nel programma di accoglienza. È molto bello, poi, aver saputo che saranno trasferiti in una struttura operante a Napoli perché questo permetterà ai cinque ragazzi di mantenere quella rete di relazioni e di amicizie che in questi mesi li ha sostenuti in questa importante lotta per la difesa dei propri diritti». 

Foto Marta D’Auria