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Le chiese sfidano le nazioni a fare di più per i migranti

Le nazioni litigano, le chiese si cercano per vincere insieme le sfide dell’oggi. Non del domani, entità astratta a rischio di perenne dilazione, ma qui e ora, senza scuse. Dal clima alle tensioni del bacino del Mediterraneo e nel vicino oriente, dalle armi ai rifugiati e migranti, le comunità di fede paiono avere un passo in più, come ad aver compreso prima e meglio i rischi di questa epoca.

Si sono riuniti tutti a Bruxelles i rappresentanti delle principali organizzazioni religiose europee, per sollecitare gli Stati membri dell’Unione a fare di più in tema di accoglienza di migranti, richiedenti asilo e rifugiati.

Al seminario, organizzato il 2 dicembre dalla Commissione europea, hanno preso parte i delegati della Kek (la Conferenza delle chiese europee, ortodossi, protestanti, cattolici e anglicani), della Comece (Commissione delle conferenze episcopali della comunità europea) e della Ccme (Commissione delle chiese per i migranti in Europa).

Nel comunicato prodotto a fine lavori si ricorda come «la questione delle migrazioni è la sfida più urgente che abbiamo davanti, e la situazione a riguardo si è aggravata sensibilmente nel corso di questo ultimo anno».

La ricetta può essere una soltanto: «offrire risposte coordinate e concertate, perché solo una stretta collaborazione fra mondo politico, società civile, chiese e autorità pubbliche può consentire di rispondere meglio alla crisi attuale».

Vengono sottolineati gli esempi postivi messi in atto, piuttosto che stilare una lista delle troppe cose che non stanno funzionando, a partire dai muri alzati qua e là nella fatua speranza di bloccare gli esodi: «le chiese e le comunità religiose, e in vari cari anche i poteri pubblici, hanno mostrato sensibilità e capacità di accoglienza, contribuendo in maniera significativa all’integrazione dei nuovi arrivati».

Le istituzioni religiose nel vecchio continente hanno un ruolo importante anche perché sono loro spesso ad essere il primo contatto dei nuovi arrivati, e in questi mesi pressoché tutte, dai Balcani all’Ungheria, dalla Germania alla Svizzera all’Italia si sono messe in gioco in maniera significativa per avviare iniziative di accoglienza, spesso sfidando anche il pensiero politico e sociale dominante.

Foto “Slovenska vojska še naprej sodeluje s Policijo pri reševanju migrantskih tokov v Sloveniji 02” by Daniel Mlakar, OOJ SV – http://www.slovenskavojska.si/odnosi-z-javnostmi/sporocila-za-javnost/novica/nov/slovenska-vojska-se-naprej-sodeluje-s-policijo-pri-resevanju-migrantskih-tokov-v-sloveniji/. Licensed under CC BY 3.0 via Wikimedia Commons.