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La Facoltà valdese «on air»

Domenica 15 novembre, ore 7.35, Radiouno RAI: è in onda la Facoltà valdese di teologia, che replica questa domenica, 22 novembre, alla stessa ora e sulla stessa rete! Le studentesse e gli studenti della Facoltà hanno infatti curato due puntate del Culto evangelico, la trasmissione radiofonica del primo canale nazionale prodotta in convenzione con la Federazione delle chiese evangeliche in Italia. Una collaborazione – quella tra l’ateneo protestante di Roma e la rubrica che dal 1944 diffonde via etere la predicazione evangelica in Italia – nata nell’ambito del corso di liturgica condotto dal professor Enrico Benedetto, ordinario di teologia pratica. «Liturgica» può sembrare una parola ostica, ma descrive e comprende tutto ciò che fa di un culto una celebrazione: un momento di lode, di pentimento e perdono, di fraternità e condivisione, di silenzio e di parola. «Per questo le studentesse e gli studenti hanno curato le letture, le preghiere e le musiche, la parte liturgica del culto che nelle due puntate ha avuto uno spazio quasi pari a quello della predicazione», ha spiegato il pastore Benedetto.

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«Non credevo che per scrivere e pronunciare poche frasi ad un microfono occorresse tanto tempo e tanto lavoro», ha confessato uno studente in uno dei due pomeriggi di registrazione trascorsi nel Centro RAI di Saxa Rubra. In effetti, la radiofonia per delle future pastore e dei futuri pastori è un buon banco di prova, una scuola di essenzialità: in un tempo relativamente breve si deve concentrare il messaggio che si vuole porgere, in poche frasi la preghiera che si vuole condividere. La preparazione del culto è avvenuta durante l’ora di laboratorio prevista dal corso ed è cominciata dall’analisi del passo biblico che, per entrambe le domeniche, è l’incontro di Gesù con la donna adultera contenuto in Giovanni 8:1-11. In quella sede sono stati discussi tutti i testi – anche quello della predicazione, affidata al professor Benedetto, che in questo modo è divenuta messaggio dell’intero gruppo –, scelte le musiche – compresi i due intermezzi per violino registrati direttamente in studio da uno degli studenti, un evento quasi unico per il Culto evangelico – e prese alcune decisioni. Per esempio, di avere una lettura del vangelo drammatizzata, a quattro voci: quella narrante; quella dei farisei che sfidano Gesù a giudicare non solo la donna adultera ma anche la legge di Mosè; la voce di Gesù che disarma la folla pronta alla lapidazione – «chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra» -; e quella della donna che, rimasta sola con Gesù, incontra un uomo che non la giudica. Le voci dei personaggi biblici si sono intrecciate con quelle di studenti e studentesse, caratterizzate dalle loro inflessioni regionali – dal Piemonte alla Campania – e, in alcuni casi, dal loro accento straniero: quella valdese sarà una piccola Facoltà, ma è da sempre caratterizzata da una spiccata vocazione internazionale.

Il culto del 15 novembre si è concentrato particolarmente sul dialogo tra Gesù e i farisei. «Gesù disarma un plotone d’esecuzione. A mani nude», ha efficacemente sintetizzato il professor Benedetto. La puntata del 22 sarà dedicata invece al momento in cui Gesù e la donna rimangono soli. C’è però un particolare del comportamento di Gesù che ritorna in entrambe le parti del racconto: sia davanti ai farisei che lo sfidano, sia al cospetto della donna scampata al linciaggio, Gesù è descritto chino, a scrivere in terra. Cosa avrà mai scritto Gesù? Il vangelo non lo dice. Ma il sermone di domenica prossima azzarda un’ipotesi. Se volete un’anticipazione, uno scoop, cliccate qui sotto!