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Le vittime di Beirut e di Parigi commemorate nella cattedrale di Saint-Pierre (Ginevra)

La commemorazione del genocidio armeno (1915-1923) avrebbe dovuto essere il fulcro principale del culto di domenica 15 novembre nella cattedrale di Saint-Pierre. Ma a seguito degli attentati terroristici avvenuti nei giorni precedenti a Beirut e a Parigi, nei quali sono stati uccisi e feriti centinaia di civili, le preghiere della Chiesa protestante di Ginevra e del Comitato esecutivo del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) hanno assunto una nuova dimensione.

Il Comitato esecutivo del Cec, riunito vicino a Ginevra dal 13 al 18 novembre, ha accolto l’invito della Chiesa protestante di Ginevra a partecipare al culto domenicale nell’antica cattedrale di Ginevra, che nel 16° sec divenne sede del riformatore Giovanni Calvino.

L’arcivescovo armeno Vicken Aykazian, membro del Comitato esecutivo del Cec, è stata una delle voci che hanno guidato la preghiera di intercessione in francese e in inglese, sia per tutti coloro che ha sofferto durante il genocidio del 20° secolo, sia «per le vittime di oggi a Beirut e Parigi».

Citando una dichiarazione del Comitato esecutivo diffusa durante il fine settimana ha detto: «Di fronte a questa brutalità, la famiglia umana, comprendente tutte le persone di fede e di buona volontà, deve stare insieme e impegnarsi nuovamente a rispettarsi, prendersi cura, proteggersi reciprocamente, e prevenire tale violenza».

Il segretario generale del Cec, past. Olav Fykse Tveit, ha portato i saluti del Cec, sottolineando che il Consiglio ecumenico è di per sé parte del tessuto di Ginevra, una delle organizzazioni internazionali nata nella città da una «fame e sete di giustizia», impegnata per la pace, il dialogo

Il sermone è stato portato dal presidente della Chiesa protestante di Ginevra, past. Emmanuel Fuchs, che ha predicato sul detto di Gesù «Io sono la via, la verità e la vita» (Giovanni 14, 6).

Riprendendo il tema programmatico del Cec «il pellegrinaggio di giustizia e di pace», Fuchs ha detto che il «pellegrinaggio» del cristiano si compie non solo nelle imprese drammatiche e nelle terribili sfide, ma anche «nel nostro cammino quotidiano». Come cristiani che camminano giorno dopo giorno è importante ricordare che il centro o l’obiettivo finale del viaggio non è «la via» in sé ma la persona di Gesù, che dice «Io sono la via».

Richiamando poi gli attentati di Parigi, Fuchs ha detto «Siamo storditi come la gente dagli eventi. Occorre trovare una strada da seguire. La chiesa deve mettersi in cammino in un mondo violento. Come un pellegrino, deve procedere nella speranza.

Fonte: Cec

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