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Se il dito punta l’integrazione, l’orbo guarda le botte

Giovedì 5 novembre alle 7,45, come tutte le mattine, i richiedenti asilo residenti alla Crumière di Villar Pellice sono saliti sul bus della Sadem per andare a lezione d’italiano a Luserna San Giovanni a Villa Olanda. Un ragazzo teneva libero il posto per un suo amico ma un altro richiedente asilo si è seduto. È iniziata una discussione, sempre più accesa, secondo alcuni testimoni si è fermata lì, secondo altri c’è stato qualche spintone e si è venuto alle mani. L’autista ha fermato il bus, ha fatto scendere i due richiedenti asilo e ha chiamato i carabinieri. Il capitano Alberto Tulli, comandante della Compagnia Carabinieri di Pinerolo ha dichiarato all’assessora regionale all’immigrazione Monica Cerutti che quello che sui giornali locali è stato raccontato come una rissa tra i profughi sul bus con tanto di spintoni e prese per il collo, in realtà non è stato altro che un litigio verbale tra due persone. La sindaca di Villar Pellice Lilia Garnier ha scritto una lettera all’assessora Cerutti lamentandosi dell’accaduto e chiedendo di potenziare il servizio di trasporto pubblico come promesso dall’assessora due mesi fa durante la sua visita alla Crumière, all’inizio dell’attività, e rimarcando l’impossibilità di gestire un progetto d’accoglienza con un numero così elevato di persone, il 5,5% dei residenti a Villar Pellice.

Notizie false, razzismo e social network

«Siamo molto dispiaciuti per quello che è accaduto sul bus – ci ha dichiarato Diego Mometti, operatore della Diaconia valdese e responsabile della struttura Crumière di Villar Pellice dove sono ospitati i 60 migranti – Le due persone protagoniste del litigio sono state riprese sia verbalmente sia in maniera ufficiale con una lettera di richiamo da noi e dal mediatore culturale che abbiamo fatto tornare urgentemente da Torino dove stava lavorando sugli altri progetti di accoglienza. Questo per far capir loro che non ci si comporta così. Ho poi girato la lettera di richiamo in Prefettura e al capo dei vigili urbani di Villar Pellice. È stato un atto dovuto perchè in realtà noi abbiamo la responsabilità dei migranti solo all’interno della struttura della Regione, fuori sono maggiorenni, responsabili e rispondono personalmente di quello che fanno. Ci spiace per i ragazzi e gli studenti delle scuole medie che forse si sono impressionati a sentire una discussione animata».

Insomma un normale litigio tra due persone per futili motivi come ne succedono a migliaia in qualsiasi posto. Quante volte ne abbiamo visti e ne vediamo tutti i giorni? Allo stadio, per strada, sui treni, in parlamento, e nella maggior parte dei casi capitano tra italiani. Ci sogneremmo mai di scrivere un articolo sulla rissa tra due adolescenti di Nichelino o tra due tifosi del Toro e della Juventus sulla linea 4 del tram in Corso Unione Sovietica? No. Eppure, la stampa locale ha dato gran risalto a questo fatto, con scarso approfondimento e quasi assente attinenza alle fonti, parlando di “botte da orbi” o di “migranti che non pagano il bus” e sui social network si sono letti commenti razzisti e prese di posizione di qualunque genere. Perché il caso di un litigio tra due africani su un pullman in val Pellice ha creato così tanto scalpore facendo gridare a molti allo scandalo? Perché c’è ancora un problema di latenza razzista nell’atteggiamento di molti italiani. «I migranti viaggiano sui pullman con un regolare abbonamento e scrivere il contrario è una menzogna molto grave che alimenta l’odio e non favorisce il faticoso lavoro di integrazione che stiamo perseguendo», precisa Mometti.

Chiedere i bus separati va proprio nella direzione opposta all’integrazione. Significa ghettizzare e emarginare. L’azione peggiore che si possa fare per affrontare la circostanza della convivenza tra persone che provengono da storie diverse. È un’azione che ricorda l’apartheid sudafricano e le lotte degli afroamericani negli anni ’50 e ’60. Non ha insegnato niente l’esempio di Rosa Parks?

Nuovi bus e svolta politica?

È successo qualche volta negli ultimi mesi che i bus a Villar Pellice fossero pieni e qualcuno sia rimasto a piedi, come i sei giovani studenti venerdì mattina o gli altri portati a scuola dalle famiglie. «Da Bobbio Pellice partono due bus verso il fondo valle alle 7,10 e alle 7,40 e tra i due comuni abbiamo 50 studenti che li prendono, più altri utenti e i richiedenti asilo i posti non bastano, chiedo all’assessora Cerutti di rispettare le promesse che ci aveva fatto» ha dichiarato la sindaca di Villar Pellice.

«Stiamo valutando la situazione. Siamo ancora nella fase di raccolta di tutti i dati, delle necessità delle persone e degli orari che avrebbero bisogno di maggiore copertura o di un potenziamento del servizio e decideremo nel più breve tempo possibile», risponde l’assessora all’immigrazione Monica Cerutti.

La sindaca di Villar Pellice Lilia Garnier continua ad essere contraria all’accoglienza e alla presenza di 60 africani a Villar Pellice. Nel serrato scambio di lettere con l’assessora Ceurtti, Garnier ha scritto che “si registrano sempre più spesso episodi di tensione a Villar Pellice” e chiede all’assessora di “valutare attentamente il prosieguo dell’uso attuale della ex albergo Crumière”, considerando “impossibile la gestione di un progetto d’accoglienza degno di questo nome con numeri così elevati”. Cerutti ha prontamente risposto che si sente dispiaciuta per ciò che accaduto sul bus ma che non poteva nascondere la sua “amarezza nel constatare come per l’ennesima volta un fatto abbastanza normale nella vita quotidiana sia stato ingigantito contribuendo così ad alimentare la paura del diverso e gli altri soliti pregiudizi sui migranti”.

Alla sindaca di Villar ha risposto un comunicato molto duro del Comitato Beni comuni val Pellice che accusa puntualmente l’atteggiamento ostruzionistico del prima cittadina villarese. «La sindaca Lilia Garnier – si legge nel comunicato – ripete da sempre che sessanta migranti a Villar sono troppi. Rispettiamo questa idea, ma un sindaco non può fermarsi ad una idea sola. Dovrebbe aiutare la sua comunità ad affrontare positivamente una situazione nuova e inedita invece di ripetere sempre la stessa narrazione. Abbiamo inutilmente aspettato in silenzio un gesto di apertura da parte sua, uno solo, che finora non è mai arrivato. Per questo, adesso, diciamo pubblicamente che il sindaco ha sbagliato gravemente per i diversi motivi: non essere presente al momento dell’arrivo dei richiedenti asilo, perché era necessaria una sua parola in quel momento; non andare alla Crumière nei giorni successivi all’arrivo dei migranti per incontrarli, perché quelle sono persone che vivono e vivranno per mesi a Villar, e non sono fantasmi che basta ignorare perché scompaiano; non pensare di utilizzare la Festa d’autunno del 18-19 ottobre per costruire un momento di incontro tra gli abitanti e gli ospiti della Crumière, facendo invece, come ha fatto, pressione sulla Diaconia perché quel giorno i richiedenti asilo “gentilmente” sparissero dalla circolazione per evitare problemi; non essere presente alla Festa dell’accoglienza organizzata dalla Diaconia valdese il 31 ottobre; non ricordare ai cittadini della valle che la Crumière era chiusa dal 2005, a causa del fallimento dell’AGESS, del cui CdA faceva parte anche la Signora Garnier, che fu ristrutturata con soldi pubblici e poi ricomprata, sempre con soldi pubblici, dalla Regione e non più utilizzata da allora e che finalmente è stata restituita ad un uso sociale. Forse, se in dieci anni ci fosse stato un progetto diverso e non l’abbandono, adesso parleremmo di altro. Sembra quasi che il sindaco non aspetti altro che succeda qualcosa per veder confermare la sua tesi preconcetta che sessanta migranti sono troppi per Villar e che questo progetto di accoglienza e di integrazione è destinato a creare problemi».

L’integrazione continua

Ma il lavoro e i progetti d’accoglienza e integrazione a Villar Pellice non si fermano. «La festa dell’accoglienza sabato 31 ottobre – continua Mometti – è andata molto bene, un grande afflusso di gente, oltre cento coperti alla cena preparata dal gruppo di Rifugiati in cucina e quasi 200 persone in totale sono venute a ballare insieme ai richiedenti asilo al Dj set preparato da Bunna. Il pomeriggio molte famiglie e bambini sono venuti a vedere lo spettacolo di arte acrobatica nel pomeriggio, abbiamo fatto una presentazione dell’attività della Diaconia e del servizio Migranti. Penso che nel complesso tra le 300 e le 350 persone sono passate dalla Crumière. Per come abbiamo pensato di strutturare le attività alla Crumière una festa di questo tipo è un’apertura all’esterno per evitare che si ghettizzi questo luogo, come alcune persone vorrebbero. Ora abbiamo aperto una palestra ad uso degli ospiti, ma molti ragazzi della valle ci hanno chiesto di venire a giocare a ping pong con i richiedenti asilo. Altre iniziative imminenti sono l’apertura della sala informatica, aperta a tutti, realizzata con tutti computer di recupero, quindi a costo zero, grazie all’associazione Slip (Software libero pinerolese). A dicembre vorremmo realizzare un corso d’informatica aperto a tutti con una decina d’incontri. Tutti i venerdì sera ci sono le serate musicali gestite dall’associazione Liberimpulso danza, aperta a tutti dove chi è interessato a suonare può venire percussioni o altri strumenti dalle 20,30 alle 22,30. A breve apriremo anche un piccolo laboratorio sartoriale, visto che tra gli ospiti ci sono dei sarti, e invece è già operativa la ciclo-officina che abbiamo allestito per aggiustare tutte le biciclette che ci sono state donate dalla valle, anche grazie al lavoro di solidarietà del Comitato beni comuni val Pellice. L’obiettivo è anche quello di creare un piccolo spazio biblioteca e anche di creare dei gruppi di scambio linguistico, anche con le idee dei volontari che vorranno aiutarci».