mlp

Sfogliando i giornali del 10 novembre

01 – Immigrati, teste rasate e la tentazione Le Pen: così sprofonda Calais

Nell’edizione di oggi, La Stampa racconta la situazione di Calais, una città del Nord della Francia, sulla Manica, definita “la Lampedusa francese”. «Oltre duemila immigrati clandestini – racconta Aline Arlettaz – si trovano lì in questo momento, pronti a tutto per raggiungere il loro Eldorado. Spesso a rischio della loro stessa vita». A Sangatte, vicino a Calais, esisteva un centro per questi sans-papier, chiuso nel 2002 per decisione dell’allora presidente Nicolas Sarkozy. Nel 2014 il numero di migranti si è moltiplicato, e la composizione della popolazione è cambiata seguendo i principali conflitti in corso nel mondo. «Adesso – dice ancora Arlettaz – ci sono siriani, eritrei, etiopi, sudanesi ed egiziani, che trovano rifugio in baracche e campi insalubri». Con l’aggravarsi della situazione, a Calais sta acquisendo sempre più potere e ascolto il Front National di Marine Le Pen.

02 – Birmania, i Rohingya e lo sfruttamento di stato

L’Ong Fortify Rights denuncia un traffico di esseri umani gestito dalle forze di sicurezza del Myanmar nei confronti della minoranza musulmana dei Rohingya, non riconosciuta da ampie parti della politica. Dal 2012, sostiene l’organizzazione in un rapporto pubblicato da The Guardian, le forze di sicurezza della regione del Rakhine raccolgono denaro dai Rohingya che intraprendono un viaggio su imbarcazioni messe a disposizione dalle bande criminali. In alcuni casi è addirittura la marina militare birmana a scortare le navi fuori dalle acque territoriali. Coloro che intendono lasciare il paese in cerca di sicurezza e speranza pagano alla polizia antisommossa, alla polizia comune, alla marina militare e all’esercito una somma compresa tra i 500 e i 600 dollari. In un caso documentato da Fortify Rights, la marina birmana ha chiesto l’equivalente di 7000 dollari a una banda criminale per consentire la partenza di una nave con destinazione Malesia. In altri casi, la polizia chiede fino a 15 dollari a persona direttamente ai profughi in partenza. La situazione potrebbe fermare l’alleggerimento delle sanzioni verso il governo erede del regime militare e di far scendere il paese al terzo e ultimo livello nella scala del rapporto annuale del Dipartimento di stato degli Stati Uniti, con il rischio di ulteriori provvedimenti di condanna.

03 – Bergoglio rimuove il cardinale conservatore Burke

Si rinnovano i vertici della diplomazia del Vaticano, e per Il Corriere della Sera è l’occasione per un avvicendamento anche all’interno del Tribunale della Segnatura apostolica. Il papa ha deciso di trasferire all’Ordine di Malta, e quindi dunque fuori dalla santa Sede, il vescovo conservatore Raymond Burke. Burke, racconta Il Manifesto, è uno dei più forti oppositori dell’attuale pontefice, mentre sotto Benedetto XVI era alla guida della congregazione per la nomina dei vescovi. Durante l’ultimo sinodo sulla famiglia Burke era stato sostenitore delle posizioni più conservatrici, ottenendo modifiche pesanti al testo finale in merito all’omosessualità e ai sacramenti alle coppie non sposate. In una recente intervista a La Stampa, Burke, pur affermando di non essersi mai opposto al Papa, aveva definito la chiesa di Roma «una nave senza nocchiero».

04 – Kamikaze in una scuola, strage di studenti. In Nigeria torna l’incubo di Boko Haram

Un’esplosione in un liceo pubblico nel nord-est della Nigeria ha provocato almeno 48 vittime, secondo quanto hanno reso noto le squadre di soccorso giunte sul posto. L’attacco è stato compiuto da un kamikaze che era entrato nell’istituto fingendosi uno studente, sfruttando il tradizionale momento di incontro della mattina prima dell’inizio delle lezioni. I sospetti sono rivolti verso il gruppo jihadista Boko Haram, che sta ampliando le proprie azioni anche nello stato di Yobe, dove è avvenuto l’attentato. Boko Haram ha recentemente dichiarato di voler portare a termine entro la fine dell’anno la creazione di un califfato nel nord della Nigeria, completando così la strategia di crescita che ha caratterizzato gli ultimi 5 anni.

05 – Fra Usa e Cina possibile intesa su clima e disarmo

Secondo La Stampa, la visita del presidente degli Stati Uniti Obama in Cina potrebbe portare in tempi brevi ad un accordo con Pechino sulle emissioni di gas serra. I due Paesi attualmente generano da soli il 43 per cento delle emissioni di anidride carbonica, e un’eventuale intesa potrebbe favorire un accordo globale anche con India, Brasile e Sudafrica, le principali economie emergenti mondiali. Questo incontro anticipa di circa un anno quello della Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite, prevista per il novembre-dicembre del 2015 a Parigi, e che richiederà necessariamente delle decisioni vincolanti. La seconda strada diplomatica che si sta aprendo è quella di un’intesa sulle armi e la cooperazione nel settore militare, con lo scopo di aumentare il controllo sul mercato delle armi pesanti nel continente asiatico, ormai totalmente fuori dalla giurisdizione statunitense.

Foto: “Hénin-Beaumont – Marine Le Pen au Parlement des Invisibles le dimanche 15 avril 2012 (M)” by Jérémy JännickOwn work. Licensed under CC BY 3.0 via Wikimedia Commons.