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No all’islamofobia

Fonte Notizie Avventiste

Un grande passo avanti nella lotta contro gli stereotipi è stato fatto a Firenze, il 25 ottobre, durante il 2° Convegno nazionale “Disabilita il pregiudizio”, che si è occupato di islamofobia in Italia. Un’intera giornata dedicata alla riflessione sulla difficile realtà in cui vivono le comunità islamiche nel nostro paese a causa del pregiudizio e di un’informazione non sempre corretta. Inoltre, si è fatto portavoce di due appelli per i quali si può firmare anche online (link in fondo all’articolo).

L’evento si è svolto presso il Centro polivalente avventista ed è stato organizzato dalla chiesa cristiana avventista, dalla radio Rvs, dall’Associazione internazionale per la difesa della libertà religiosa (Aidlr), dall’Istituto di cultura biblica “Villa Aurora”, con il patrocinio del Comune di Firenze e il contributo dell’8xmille destinato alla chiesa cristiana avventista.

Molti i partecipanti che hanno seguito i vari interventi; ma il convegno è entrato anche nelle case degli utenti di internet, grazie alla diretta televisiva trasmessa in streaming sul canale avventista Hope Channel Italia. Soddisfatti gli organizzatori, sia per quanto l’iniziativa ha prodotto sia per i risvolti futuri che potrà avere.

Notizie Avventiste ha incontrato Dora Bognandi, segretario dell’Aidlr e tra gli organizzatori della giornata, per parlare dell’evento.

Perché un convegno dedicato all’islamofobia in Italia?

«Questo convegno si inserisce in un progetto della radio Rvs di Firenze che ogni anno sottopone all’attenzione del pubblico un pregiudizio: l’anno scorso si è parlato di handicap, quest’anno di islam. Lo slogan scelto per queste iniziative è “Disabìlita il pregiudizio”, con l’accento sulla prima “i”. Perché come abbiamo scelto questo tema? Perché i musulmani sono una minoranza religiosa, i media tendono a metterli sotto una luce negativa associandoli quasi sempre a episodi di violenza o al terrorismo, contribuendo così a rafforzare la percezione comune che tutti i musulmani sono pericolosi, e perché il pregiudizio contro i musulmani si iscrive in uno più ampio che è quello contro gli immigrati in genere».

Molte voci si sono espresse nella giornata di lavori: cattolici, protestanti, evangelici, musulmani, ebrei. Quali aspetti hanno evidenziato maggiormente?

«Sì, veramente il convegno è stato molto partecipato e ha coinvolto anche emotivamente i presenti. Abbiamo parlato del bisogno di conoscere una realtà, prima di farci un’idea; del bisogno di riscoprire un’umanità che ci accomuna tutti, di diritti da non negare arbitrariamente, di reciprocità, dell’importanza di non negare i problemi che pure ci sono».

Dialogo è stata una delle parole chiave dei lavori. Che cosa implica e in che modo questa parola disabilita il pregiudizio?

«Nella Scrittura, Gesù ci propone una Regola d’oro: “Fai agli altri quello che vorresti gli altri facciano a te”. Come minoranze siamo stati, in Italia, oggetto di molti pregiudizi e discriminazione; all’estero, in diverse nazioni, il problema lo riscontriamo in maniera più grave. Perché dovremmo riservare agli altri quello che di male subiamo noi? Dialogare con qualcuno significa riconoscere l’immagine di Dio in lui, ascoltare quello che ha da dirmi, vedere le sue difficoltà e mettermi a disposizione per aiutarlo».

Quali altre parole importanti sono emerse?

«Oltre a dialogo, rispetto, diritti, ascolto, si è parlato anche di narrazione, soprattutto quella che si fa con i bambini; di legge di libertà religiosa che ancora non vede il giorno; di “pogrom” antichi e moderni, ad opera di due attori che hanno fatto vibrare i cuori dei presenti, ricordando episodi drammatici di stigma verso le minoranze; di condivisione, termine che poi si è concretizzato con una merenda etnica coloratissima, offerta dall’associazione femminile “Nosotras” che comprende donne di oltre 50 nazionalità diverse».

Ci sono iniziative di cui questo convegno si è fatto promotore?

«Sì, è stata l’occasione, per i promotori, di lanciare due appelli: uno, rivolto alle autorità cittadine perché a Firenze si conceda ai musulmani una moschea dignitosa; l’altro, rivolto alla Vigilanza Rai, perché l’informazione che riguarda le minoranze religiose sia più corretta e consistente. Molte persone hanno poi firmato le petizioni. La raccolta firme continua ancora per qualche settimana».

Firma le due petizioni:

1. Appello al presidente della Commissione di vigilanza RAI affinché una corretta informazione religiosa alla radio e in TV sia garantita a tutti –  https://goo.gl/vV83w2

2. Autorità della città di Firenze: “Una moschea per la comunità islamica di Firenze” –  http://goo.gl/VO17Nj

Foto via Notizie Avventiste