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Democrazia in bilico a scuola

La scuola è uno dei presidi fondamentali per la democrazia. Ciò che sta succedendo a Luserna San Giovanni può rappresentare una situazione potenzialmente pericolosa. Abbiamo già ampiamente scritto nelle settimane scorse sull’settimanale «Riforma» nelle pagine dedicate alle «Valli Valdesi» circa la difficoltà di comunicazione fra gli organi rappresentativi e la direttrice didattica, ma l’ultima notizia desta ancora più timore. «A inizio settembre –ci ha spiegato Alberto Piergiovanni, presidente del Consiglio d’Istituto dell’Istituto comprensivo «De Amicis» di Luserna San Giovanni è iniziata la procedura per le elezioni degli organi collegiali in scadenza. Il nostro Consiglio d’Istituto è al termine del proprio mandato, dopo aver compiuto i tre anni previsti dalle normative. Il problema è insorto da tempo in quanto 45 giorni prima delle elezioni (che si terranno il 15-16 novembre) doveva essere nominata la commissione elettorale (che si deve occupare del pre e del dopo elezioni, facendo funzione di controllo e sostegno) e questo non è accaduto. Abbiamo controllato sul sito della scuola e sulla bacheca ma nessuna traccia della comunicazione». I genitori però non sono stati a guardare e nonostante un passo dell’iter non sia stato rispettato hanno presentato una lista, in accordo anche con il personale docente. «La finestra di tempo per presentare le liste si è chiusa la settimana scorsa –aggiunge Piergiovanni –e noi l’abbiamo preparata, facendo autenticare le firme in Comune, coinvolgendo quindi anche un terzo attore, il tutto nell’ottica di avere una trasparenza totale. È già insorto un problema riguardo a una firma e di questo se ne sarebbe dovuto occupare la Commissione elettorale».

Che scenari si aprono quindi sul futuro della rappresentatività all’interno dell’istituto? «Il timore –conclude Piergiovanni –è che se non viene rispettato l’iter, rischieremo di non avere un consiglio. Non è possibile che il nostro mandato venga prorogato e se non ci fosse un nuovo organo potrebbe arrivare un commissario esterno. A quel punto però la rappresentatività e la democrazia all’interno della scuola sarebbero compromessi. Al momento tutto però ci fa presagire che le elezioni si terranno, sappiamo anche che altre tre liste dovrebbero presentarsi (una di genitori e due di docenti) ma siamo in ogni caso fuori dalle regole, non rispettando l’iter e i tempi di questa democrazia interna alla scuola. Tempi che sono stati assolutamente lunghi anche per l’approvazione del bilancio consuntivo dello scorso anno: l’approvazione doveva avvenire entro giugno e invece l’abbiamo licenziato soltanto nei giorni scorsi. La questione più inquietante è il fatto che il bilancio era pronto e approvato e revisionato: incomprensibile quindi questa attesa».

Una situazione «piccola» che però rischia di essere un campanello d’allarme sul futuro della democrazia che va ogni giorno coltivata e salvaguardata da attacchi più o meno diretti, con l’obiettivo che deve essere quello di garantire, in questo caso, una scuola migliore e pluralista. Proprio la scuola è il terreno dove le nuove generazioni devono conoscere la democrazia e il suo funzionamento e dove il rispetto delle regole deve essere al centro.