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Sopravvivere al terremoto

«Ero con mio figlio in collina a tagliare l’erba, quando ho sentito la terra tremare. Ci siamo abbracciati, piangendo. Poi siamo corsi al villaggio, solo per scoprire che la nostra casa era distrutta. Pensavo che la mia vita fosse finita». Così, Saraswati Purkoti, 40 anni, madre di tre figli, ricorda i terribili attimi del terremoto che sei mesi fa, il 25 aprile 2015, ha devastato il Nepal. Il più forte sisma degli ultimi 80 anni – magnitudo 7.8 della scala Richter, oltre 8mila vittime, l’80% degli edifici distrutti – dal quale la nazione asiatica sta faticosamente cercando di riprendersi. Purkoti è una delle donne nepalesi che hanno ricevuto sostegno dal Dipartimento per il servizio mondiale della Federazione luterana mondiale (Flm), da anni presente in Nepal con progetti di sviluppo economico e di promozione sociale. Oggi Purkoti può vivere grazie al suo lavoro di agricoltrice: gli operatori della FLM l’hanno incoraggiata ad affittare un piccolo appezzamento di terra, le hanno fornito le sementi e il materiale per costruire una rudimentale serra che produce zucche, cetrioli, pomodori, spinaci. Molti e molte altre sono state aiutate nello stesso modo per poter sopravvivere e provvedere alla propria famiglia. Spesso si tratta, come Purkoti, di persone già appartenenti agli strati sociali più poveri del paese, senza qualifiche e istruzione, legate alle incertezze del lavoro a giornata. «Questo tipo di aiuto può sembrare una goccia in un oceano, considerato quanto ancora c’è da fare, a cominciare dalla ricostituzione del sistema idrico a quella delle infrastrutture, già carenti prima del terremoto, fino alla costruzione di edifici e ripari stabili – spiega l’operatore della Flm, Sufi Mohammed Faiz -. Tuttavia, questo tipo di azione previene il diffondersi della fame e della più abbietta povertà tra i sopravvissuti. Ancora oggi, ci sono persone che vengono raggiunte dai soccorsi per la prima volta, soprattutto nelle zone rurali rimaste isolate oltre che dal terremoto anche dai monsoni».

La Flm – membro dell’agenzia umanitaria ecumenica Action by Churches Togheter (Act) Alliance, una coalizione di 140 chiese associate al Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) – ha fatto parte fin dall’inizio del gruppo governativo di coordinamento dell’emergenza post-sisma in Nepal. Questo perché la Flm già prima del sisma era presente nel Paese, con una base a Katmandu, cosa che le ha permesso di essere operativa già a poche ore dal disastro.

A favore dei terremotati del Nepal si è mossa anche la Federazione delle chiese evangeliche in Italia con una sottoscrizione che, al momento, ha raccolto 40mila euro – cifra destinata ai progetti della già citata Act Alliance. La sottoscrizione è ancora aperta. Chi volesse ancora inviare donazioni, può farlo utilizzando i seguenti conti correnti specificando la causale «Terremoto Nepal»:

Banca Prossima – Iban: IT79C0335901600100000112766 – SWIFT/BIC: BCITITMX771 Conto corrente postale FCEI n° 38016002 – intestato alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia – Iban: IT54S0760103200000038016002 – BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX.

Foto via | LWF/ Lucia de Vries